Foto: C. Vitale - gettyimages
Ce contava i nostri veci che nell'anno Ottantaoto Se podeva andar de troto Sora il ghiazio a camminar (Filastrocca veneta)Era la fine di dicembre del 1788, pochi mesi prima della Rivoluzione francese. La laguna veneta ghiacciò per quasi tre settimane, consentendo di attraversarla a piedi tra Venezia e Mestre.
«Durante il duro inverno del 1860, l’Oise gelò, grandi nevicate coprirono le pianure della bassa Piccardia e sopravvenne una burrasca di altra neve dal Nord-Est che seppellì quasi Beaumont, il giorno di Natale. La neve, che aveva cominciato a cadere di primo mattino, raddoppiò verso sera, ammucchiandosi l’intera notte». (Le rêve, Emile Zola)Fu il primo inverno che, nell'Italia appena unita, migliaia di soldati borbonici trascorsero prigionieri nel forte di Fenestrelle perché si erano rifiutati di tradire il proprio Re.
Quello di queste settimane non è il primo gelo della storia né sarà l'ultimo. Le variazioni climatiche, tuttavia, suggeriscono l'imminenza di intervalli sempre più brevi tra grandi arsure e tremende gelate. Il futuro dell'Europa dipende anche dal GAS che riuscirà a procurarsi nei prossimi decenni. Il vecchio continente ne importa una quantità pari al 70% dei consumi (l'Italia il 90%), con una produzione interna avviata verso un'ulteriore contrazione. E ne consumerà sempre di più, secondo il grafico sottostante.
(Cliccare per ingrandire. Fonte: Eurogas - Gas Demand Outlook / EU27)
La situazione in Italia è riassunta dall'immagine di lato (Cliccare per ingrandire *): necessiteremo ancora a lungo di fonti di origine fossile, con il gas naturale destinato non solo all'uso residenziale e commerciale, all'industria o alla produzione di energia elettrica, ma anche ai trasporti. Da dove proviene e, soprattutto, da dove arriverà tutto questo gas? In gran parte dalla Russia, quindi dall'Africa e dal Medio Oriente.
La posizione del nostro Paese al centro del Mediterraneo potrebbe rivelarsi un'opportunità: diventare un hub energetico, sia per i gasdotti che per oleodotti e navi metaniere. Senza dimenticare il progetto Desertec. Siamo nelle condizioni geografiche adatte alla pianificazione di Politiche Energetiche a lungo termine che ci consentano di differenziare non solo le fonti ma soprattutto i fornitori.
Chi se ne occupa, Monti o Passera? L'ENI dal quale vogliono scorporare la rete di distribuzione?
Nel suo viaggio a Washington non mi risulta che il "Professore prestato alla Politica" abbia discusso di questo argomento, o almeno Zucconi e Severgnini non ne hanno fatto cenno nei loro brillanti articoli.
E' davvero un peccato perché proprio gli Stati Uniti negli ultimi dieci anni sono stati teatro di una rivoluzione: la produzione di gas non convenzionale da scisti argillosi (shale gas). 130 miliardi di metri cubi nel 2011 (l'Italia ne consuma 85), con prospettive di crescita ulteriore. Tanto che il prezzo per Mbtu tra dicembre e gennaio è passato dai 3,2 $ ai 2,2 $, destinato a scendere ancora. In Europa si va dagli 8,7 $ sul mercato libero britannico ai 12,5 $ per i contratti a lungo termine legati ai prodotti petroliferi e relativi alle importazioni da Russia, Olanda o Norvegia. In Spagna il prezzo ha superato i 14 $, in Asia sfiora i 17 $. Il gas che arriva dal Qatar via nave e liquefatto (Gnl) costa circa 9 $.
Queste differenze dipendono dall'assenza di un mercato unico globale che potrebbe svilupparsi con un utilizzo maggiore di Gnl.
I maggiori produttori, tuttavia, sembrano orientati maggiormente verso il mercato asiatico, che ha già la più grande capacità di rigassificazione al mondo. Gli stessi Americani stanno pensando di cominciare ad esportare parte della propria produzione, nel tentativo di guadagnare più di quanto non facciano ora in casa con quei prezzi. Guarderanno al Pacifico oppure all'Atlantico? Nel primo caso i profitti sarebbero maggiori: 17 a 9, oggi.
L'industria manifatturiera statunitense sta conoscendo un periodo di vero e proprio rinascimento, grazie a questa abbondanza. Anche Obama parla di GAS, così come fa Marchionne: vedono in questo la possibilità di affrancarsi dal petrolio, quantomeno per l'autotrazione. L'uomo della Crysler, infatti, utilizzerà la tecnologia sviluppata in FIAT per cambiare il modo in cui ci sposterà nel Nord America: a tutto gas, stavolta in senso letterale.
Quale tipo di alleanze saremo capaci di stringere noi Italiani, ed a quale prezzo? Abbiamo gli uomini in grado di farlo?
Per approfondimenti:
EuroGas- Long Term Outlook For Gas Demand And Supply 2007 - 2030
Shale Gas $100 Billion Savings to U.S. Exceed Tax Cuts: Energy
MetAuto - gennaio 2011, Il metano alla conquista degli Stati Uniti
BP Statistical Review of World Energy - June 2011
Critiche allo shale - gas
Gas e petrolio, così il Nord america diventerà il nuovo medio oriente
*Grafica di Laura Cattaneo, tratta da Il Sole 24 Ore, 27/06/2011, inserto Rapporti
Nessun commento:
Posta un commento