Ci sarebbe da parlare delle innumerevoli aggiustatine alle Leggi fatte in Parlamento dai suoi avvocati, a processo in corso. Mi limito a riportare questo commento - non è relativo alle vicende recenti - del magistrato Nicola Gratteri.
Aggiornamento
Scemi di guerra
di Marco Travaglio
Una persona normale, dopo la sentenza Mills a proposito dell’ex premier, capo della maggioranza parlamentare, addirittura candidato al Quirinale, vorrebbe sapere cos’hanno accertato i giudici, visto che i processi a questo servono prim’ancora che a condannare o ad assolvere: ad accertare i fatti. Che, come ha stabilito la Cassazione, sono questi: Mills fu corrotto con soldi Fininvest per conto di B. Sabato l’ha confermato il Tribunale: se avesse ritenuto B. innocente, avrebbe dovuto assolverlo, non prescriverlo. Il fatto poi che non abbia potuto punire l’imputato perché lui stesso ha cambiato tre leggi (due per allungare il processo, una per accorciare la prescrizione), non sposta di un millimetro i fatti accertati da sedici magistrati in due distinti processi. Ciò che conta è che B. è un corruttore, con cui nessuna persona perbene dovrebbe parlare, né tantomeno sostenere insieme un governo o riformare alcunché: neanche il codice stradale, figurarsi la legge elettorale o la Costituzione.
Invece proprio questo si dice: siccome il corruttore l’ha fatta franca, può ripartire il “dialogo sulle riforme”. E non lo dicono solo gli house organ aziendali, che ormai appartengono al dadaismo giornalistico e trattano i processi come le partite di pallone, dove una squadra vince e l’altra perde, quando non finisce pari. Titolo unico del Giornale e di Libero escono con lo stesso titolo: “Berlusconi-pm: 25-0”. Su Libero , il poveretto mèchato sostiene che il pm De Pasquale in vita sua avrebbe collezionato solo “fallimenti” (peccato che De Pasquale sia stato il primo a far condannare Craxi per le mazzette Eni-Sai: infatti il mèchato, orfano inconsolabile di Bottino, ancora lacrima). Ma anche la stampa “seria” teorizza questa ridicola concezione agonistica del diritto penale: per esempio sul Corriere, col solito Pigi Battista. Il quale, fin dal titolo (“La guerra infinita da archiviare”), sostiene la tesi del pareggio: “Sentenza senza vincitori né vinti, salomonicamente equidistante” che “rafforza il clima di tregua”. Per lui i processi (almeno quando riguardano B.) sono una “guerra”, combattuta da due eserciti nemici che lui mette sullo stesso piano, senza schierarsi con l’uno o con l’altro. Perché il perfetto terzista, fra guardie e ladri, resta assolutamente impassibile e imparziale.
Come la Svizzera. E plaude giulivo alla “pacificazione dell’infinita guerra tra magistratura e politica che ha provocato l’infarto della Prima Repubblica e l’avvelenamento di tutta la Seconda”. Come se un’eventuale condanna in primo grado di B. fosse un fatto inedito, in grado di scatenare un’altra guerra.
Battista non sa che B. fu condannato tre volte in primo grado nel 1997-'98 (Medusa, Gdf e All Iberian), in piena Bicamerale, e l’inciucio proseguì più pacifico che pria. Né si ricordano, all’epoca, intemerate del Battista al grido di battaglia “basta dialogo col putribondo condannato!”. E poi la sentenza Mills non chiude affatto la carriera d’imputato di B., che ha altri quattro processi: uno dei quali (Ruby) si prescrive nel 2025. Se una condanna su Mills avrebbe innescato la “guerra”, che accadrebbe dopo una condanna su Ruby? O per Battista la corruzione è grave e la concussione e prostituzione minorile sono inezie? E poi che differenza c’è, dal punto di vista politico e morale (Battista ci scusi il termine), fra una condanna che accerta un reato e una prescrizione che accerta un reato? Ma per il nostro giurista per caso sono opinioni anche le sentenze definitive: “Ciascuno resterà della sua opinione: i detrattori del ‘Caimano’ continueranno a considerarlo un corruttore impunito e i suoi seguaci la vittima di una persecuzione”. Giusto: chi è Battista per decidere chi ha ragione e chi ha torto? Mica è un giornalista: è un terzista. E per mantenersi in equilibrio fra guardie e ladri, bisogna restare assolutamente impermeabili ai fatti, evitando di farsi contaminare dalla verità. Metti che poi scopri chi è il ladro: magari ti viene lo scrupolo di coscienza. (Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2012)
Nessun commento:
Posta un commento