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Il grand'uomo, vestito come suggerito dalle riviste di moda, pettinato strano e con voce ancora infantile, è stato quanto mai sincero nel dare degli "sfigati" a chi si laurea oltre i 28 anni. Farina, per una volta, tutta del suo sacco. Agli altri difficilmente capitano combinazioni astrali come quelle che son capitate a lui. Dopo esser stato seguito passo passo negli studi dal babbo magistrato e dal professore Mattia Persiani (grande amico del babbo), si laurea a 23 anni con la media di 29/30 e 110 e lode di voto finale, relatore Mattia Persiani. Intrepido come pochi, va a lavorare nello studio legale dell'avvocato Mattia Persiani. Ad appena 27 anni si presenta a Teramo per il concorso da professore associato. A capo della commissione (i giudici sono cinque) trova ancora Mattia Persiani. Sarà stato il caso. A 29 anni va a Siena per l'esame da professore ordinario. Sei degli otto candidati rinunciano e lui, nonostante i giudizi non proprio lusinghieri di tre dei cinque commissari, ottiene l’idoneità. A capo della giuria c’era, ovviamente, Mattia Persiani. Protetto dall’anonimato, uno dei giudicanti sentito dal “Secolo XIX” ammette: «Martone è un raccomandato di ferro iper-spinto da tutto il mondo». Spulciando nella commissione che nel 2000 gli aveva dato l’ennesima carica, quella da ricercatore a Teramo, si scopre anche che questa non era presieduta da Persiani ma dal professore Giampiero Proia. Proia però era tra i 5 docenti che hanno promosso Martone nel concorso da associato e con Persiani ha lavorato e scritto tre libri. Poi è arrivato Renato Brunetta, le ospitate in televisione, il Governo del Paese.
Fosse il solo, me ne farei anche una ragione.
Il guaio è che le quinte del palcoscenico politico italiano sono frequentate da tanti altri ragazzini cresciuti da padri - e padrini - amorevoli ed ambiziosi. Me ne viene in mente uno che, ancora minorenne, si spacciava in giro per internet come scienziato nucleare e giurista insigne, attingendo a carte del genitore ed amici di questi. Uno squilibrato fatto e finito, con tanti boccaloni che gli davan corda. Ora, richiamato a più miti consigli, segue un percorso più tradizionale, provando a cancellare quell'esperienza e proponendosi come "giovane".
Tutti quelli che hanno fatto carriera all'università ci sono riusciti perchè un professore ha deciso di appoggiarli: è così che funziona. Ma lo state scoprendo adesso. Martone è preparato e secondo me è questo quel che conta. Dei problemi del sistema universitario parliamone con l'opportuno ministro!
RispondiEliminaAh, sì? Senza appoggi non si va da nessuna parte?
EliminaHai qualche pubblicazione ORIGINALE di Martone da indicarci per farci capire quanto sia preparato?