[...] Gli studenti gli fanno una domanda a bruciapelo: c’è la crisi finanziaria in America, non parliamo dell’euro, non sarà il vostro stesso modello di capitalismo che è andato in crisi?«Vengono un po’ i brividi a dire questo che sto per dire nella scuola del partito comunista cinese – premette Monti - ma ormai siamo tutti liberi da pregiudizi ideologici…».La battuta genera ilarità nella platea, scuote l’atmosfera gelida da congresso maoista. Monti rinfrancato prosegue: «Credo che il sistema capitalistico abbia molti, molti punti di vantaggio, comprovati dalla storia, rispetto al sistema all'epoca instaurato nell'Unione sovietica. Tuttavia credo anche che ogni sistema riesca a mantenersi nel tempo e a migliorare se tenuto sotto pressione da qualche sfida competitiva». E invece no, questo non accade più da tempo. «Il sistema capitalistico – ricorda - era tenuto sotto pressione fino all'89, ma poi è stato il sistema dominante. Io credo che abbia vinto il migliore, ma quando il migliore è diventato monopolista si è un po’ rilassato e certamente negli anni novanta e nel primo decennio di questo secolo il pendolo storico ha visto un eccessivo predominio dell'impresa, del capitale, a scapito dei poteri pubblici e del lavoro, della deregolazione a scapito della regolazione e così via». Ecco, l’ha detto. Il capitale ha vinto troppo: «Non si è fatta la necessaria manutenzione» al modello di sviluppo occidentale. La lezione è finita, gli studenti scendono le scale animando capannelli sulle parole del premier.Monti più tardi confesserà «il piacere intellettuale» e «quasi l'emozione di parlare anche di capitalismo, di alternative al capitalismo, nella scuola del partito comunista cinese». Il discorso alla Scuola del Pcc – dove, di tanto in tanto, chiamano anche Romano Prodi – suggella una visita che, pensata più in sordina dagli stessi cinesi, si è trasformata strada facendo in una vera visita di Stato, con tutti gli annessi. Tanto che piazza Tienanmen ieri era impavesata con decine di tricolori italiani. Mischiati alle bandiere rosse. [...] (F. Bei, La Repubblica)
domenica 1 aprile 2012
Monti: “Senza comunismo, capitalismo in crisi”
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Ero indecisa se valutare l'articolo "divertente" o "interessante". Ho optato per "interessante" perché, nonostante l'iralità del caso, è bene sapere che i nostri governanti applicano queste politiche pur conoscendone i limiti.
RispondiEliminaL'iralità sta proprio nel fatto che continuino ad applicarle.
Maria.
Eh...
EliminaQui, però, ridendo e scherzando, finiremo chissà come.
Questi sono abituati a seguire le LORO regole e sono terrorizzati dalla possibilità di esplorare nuove strade. Temono, cioè, la RIVOLUZIONE.
Monti dice una cosa onesta, con l'understatement che gli è solito. Il capitalismo si è scatenato, in modo autodistruttivo, da quando si è liberato dell'altra faccia della medaglia.
RispondiEliminaSi stava meglio al tempo della paura del day after, e questo non mi suscita ilarità :)
Abbiamo la fortuna di poter vedere di persona cosa succederà. Credo ad uno stravolgimento all'orizzonte, e non si tratta della profezia dei Maya.
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