[...] Uno, insomma, che ha sempre dimostrato di saper tenere bene in mano la borsa della spesa, ma che dal punto di vista umano è a livello di default. Qualcuno può spiegare al signor ministro che non basta dimostrare di essere bravi a rompere i c.? Nei momenti decisivi bisogna pure dimostrare di averli. D’altra parte, almeno, da ieri abbiamo una certezza in più: si rassegnino quelli che speravano in Tremonti per scalzare Berlusconi, lui non farà mai nessun golpe, lui non sarà mai il nuovo Dino Grandi. Uno che si comporta come si è comportato il ministro dell’Economia in questa circostanza, infatti, non potrà mai essere in grado di fare il Gran Consiglio. Al massimo fa il Gran Coniglio. (Mario Giordano, 23 settembre 2011, QUI)
Mi dispiace. Con voi, cari lettori, ho sempre cercato di essere sincero, abbiamo condiviso gioie, dolori, preoccupazioni, tensioni, persino vicende personali [...]. E quindi non posso, arrivati a questo punto, raccontarvi balle: lasciare il Giornale mi spiace. Avrei voluto restarci ancora un po’, un bel po’.
Avevo scelto di venire qui convinto che avrei potuto impostare un lavoro di lunga durata. Così non è stato, così non sarà. Da oggi lascio a Vittorio Feltri l’incarico di direttore che ho assunto l’11 ottobre del 2007 dalle mani di Maurizio Belpietro. Voglio che sappiate che non è dipeso da me. Non avrei voluto. Nella vita, però, ognuno di noi lo sa, ci sono cose che non dipendono dalla nostra volontà, e che bisogna accettare.
[...]
Nelle battaglie politiche non ci siamo certi tirati indietro. [...] Ma quello che fanno le persone dentro le loro camere da letto (siano essi premier, direttori di giornali, editori, ingegneri, first lady, body guard o avvocati) riteniamo siano solo fatti loro. E siamo convinti che i lettori del Giornale non apprezzerebbero una battaglia politica che non riuscisse a fermare la barbarie e si trasformasse nel gioco dello sputtanamento sulle rispettive alcove. [...] (Mario Giordano, 21 agosto 2009, QUI)
Il 28 agosto venne pubblicato il falso scoop di Feltri sul "direttore di giornale" Dino Boffo, una "barbarie" che scavava proprio nelle "camere da letto": evidentemente Giordano, cuor di leone, in quell'occasione si era fatto coniglio, fino al punto di rinunciare ad un incarico a cui sembrava tenesse molto. Oggi, invece, si decide ad eseguire gli ordini, sparando probabilmente su un uomo già morto. Meraviglie del grande mondo del "popolo dell'amore".
Che Paese ben strano che siamo.
RispondiElimina1. Boffo e' stato condannato per molestie
2. Boffo non e' gay
che il direttore del piu' imporante giornale cattolico italiano sia stato condannato per molestie mi pare molto rilevante e sarebbe altrettanto rilevante sapere se lo stesso che dirige un giornale omofobo sia in realta' gay.
In Italia siccome il giornalismo e´sconosciuto si e´fatto un gran polpettone ed e´tutto finito in burla. Cio´non toglie che i vescovi italiani hanno affidato il loro gionale, che fa la morale tutti i giorni a milioni di cittadini, a un molestatore.
@Simone
RispondiEliminaUno dei guai di questo Paese è rappresentato dal "conforto" che molti trovano nel sacramento della confessione.
Spesso sono mandati a casa con qualche Padre Nostro ed Ave Maria: evitano, così, un percorso autentico di riflessione e ravvedimento.
Le ipocrisie vaticane, infine, non si limitano certo alla direzione di un giornale.
P.S.
Oggi è stata pubblicata una prima lista (listaouting) di 10 politici CHE SAREBBERO omosessuali. Nessun prelato, per ora.
Riflessione e ravvedimento impogono prima ammissione della colpa e un personaggio pubblico löa colpa la deve essere ammessa in pubblico!
RispondiEliminaLa Confessione e´al piu grande invenzione (perche' di questo si tratta..le basi scritturali sono inesistenti)per il cotrollo sociale che la Chiesa abbia mai inventato! Tanto di cappello