domenica 31 luglio 2011

Vedi Napoli (il Comune) e poi ti ammali

Il Mattino, 30 luglio 2011 (cliccare per ingrandire)
Palazzo S. Giacomo, il caso
Fantasmi al Comune, «non idoneo» uno su cinque
Screening sulle visite mediche: ecco la mappa dei 700 dipendenti con «limitazioni certificate»

Un articolo di Marisa La Penna e Maria Pirro su Il Mattino del 30 luglio racconta uno spaccato della vita intorno al Comune di Napoli.

Il primato è detenuto dagli operai tecnici delle fognature: 252 lavoratori, 80 con prescrizioni mediche, uno inidoneo a qualsiasi incarico nel suo settore. Limitazioni (legittime) sul lavoro per oltre il 30 per cento degli addetti del comune di Napoli tra quelli visitati nel 2010 dai medici che si occupano della sorveglianza sanitaria. Ma sono due su dieci, in media a palazzo San Giacomo, i dipendenti con incarichi «ridimensionati» per motivi di salute. Per l’esattezza,il 18,7 per cento del totale, come rivela Il Mattino in esclusiva.

I vigili urbani, ad esempio, che non possono dirigere il traffico o, almeno, non per troppe ore. Tra la polizia municipale, su 1331 caschi bianchi sottoposti agli esami clinici, per 384 sono annotate  limitazioni» o «prescrizioni», mentre sette sono «non idonei». Stesso numero di«giustificati» (ma tre in modo «temporaneo») tra i 163 giardinieri del Comune, settore con 20 lavoratori impossibilitati a svolgere tutte le mansioni previste dal contratto. Ancora: gli operatori nei servizi cimiteriali. Sessantasette, diciannove con compiti «dimensionati» permotivi di salute; mentre sono 34 i bidelli con prescrizioni e limitazioni su 117 visitati. Le maestre pure colpite da malanni: sono 37 su 187, con «esonero» dai compiti parziali (molte) e totale (poche, dieci). Le patologie più diffuse a palazzo San Giacomo sono i problemi alla colonna vertebrale, le malattie cardiovascolari, il diabete. Come mostrano i risultati dello screening effettuato dal servizio di sorveglianza sanitaria, affidato al dipartimento di scienze mediche preventive dell’Università Federico II. Responsabile della convenzione è la professoressa Maria Triassi, ordinario di igiene dell’ateneo, che accetta di spiegare le ragioni delle percentuali di «inidonei» al lavoro segnalate tra i dipendenti del comune di Napoli. E chiarisce: «La percentuale è un po’ più alta della media nazionale, ma non significativamente discostante». Coincidenza, lo stesso dato - uno su cinque diinabili, anche se parzialmente, si registra al Cardarelli. Gli infermieri sono afflitti soprattutto da problemi alla colonna vertebrale, i medici dalle malattie cardiovascolari, come spiega il professore dell’Università Federico II, UmbertoCarbone, impegnato nel lavoro di sorveglianza sanitaria. «Nel corso degli anni - precisa Triassi - è di gran lunga diminuita la percentuale di inidonei alla mansione. Si è cercato di ridurre al minimo il non utilizzo dei dipendenti, anche ricorrendo alla inidoneità temporanea, ossia alle limitazioni nell'impiego che consentono di variare le mansioni anche durante l’orario di servizio nell'ambito di un unico turno riducendo l’esposizione ai rischi e un aggravamento dello stato di salute». Il docente federiciano poi aggiunge: «Nell'analisi dei dati è importante sottolineare che il blocco delle assunzioni ha determinato un invecchiamento dei dipendenti, che sono quindi più colpiti da patologie anche croniche di diversa natura. L'età media del personale di Palazzo San Giacomo è di circa 55 anni, fase della vita in cui si manifestano malattie orto-articolari, cardiovascolari, diabetiche». Cui, spesso, si aggiungono vizi deleteri e cattive abitudini. «Attraverso l'operazione di sorveglianza sanitaria - dice Triassi - si è cercato di cogliere l’occasione per fare educazione agli stili di vita, ad esempio promuovendo una corretta alimentazione e la prevenzione dell'obesità». Non solo: «Anche il fumo è tra i problemi più frequenti nella popolazione di lavoratori esaminata, e questi fattori incidono sui rischi di ammalarsi».

Muore Giuseppe D'Avanzo


Questo il ricordo di Enrico Fierro su Il Fatto Quotidiano. Lo preferisco agli altri che ho letto.

Da Libero non mi aspettavo un articolo del genere, devo ammetterlo.
Un onesto tributo al valore del "nemico" morto; avrebbero potuto risparmiarsi qualche riga per un'altra occasione ma probabilmente i loro lettori avrebbero arricciato ulteriormente il naso.

Da La Repubblica, invece, è proprio questo che m'aspettavo.
QUI l'articolo online di Bolzoni.

Il Corriere, non trovando posto per una mezza riga in prima pagina, svolge il compitino, condendolo di un paio di aneddoti.

La Stampa, con F. Geremicca accenna anche ai "nemici" e con M. Calabresi ricorda la passione di "Peppe" per il rugby duro e le sue regole.


Infine, Il Giornale, con Zurlo, scrivano assai modesto, peggio di quanto non m'aspettassi. Servile come sempre, ne approfitta per manganellare l'uno ma anche gli altri, visto che c'è.

P.S.
QUI la testimonianza di Roberto Saviano
QUI l'articolo di Giuliano Ferrara.

P.S.

sabato 30 luglio 2011

Querele / 3

LA QUERELA DEL SINDACO DI SESTO
Lite Gasparri-Oldrini all’ombra della Falck

Il sindaco di Sesto San Giovanni contro un ex ministro. Giorgio Oldrini querela Maurizio Gasparri,capogruppo Pdl al Senato per una frase sul «regime a Sesto San Giovanni», dove «di padre in figlio i sindaci alimentano un sistema di illegalità». Giorgio Oldrini, figlio di Abramo (sindaco di Sesto dal 1946) va giù duro: «Della mia onorabilità politica e personale sono pronto a rispondere davanti a chiunque. Ma che al Senato si permetta di insultare la memoria di unuomocheha amministrato la città per anni è una vergogna». Secca la replica di Gasparri: «Leggo le offese di Oldrini, di cui non ho mai fatto il nome: dimostra di avere una gran coda di paglia».
(Il Giornale, 30 luglio 2011)


La vicenda è raccontata meglio QUI, da Il Giorno.

Giacomo Matteotti, Osservazioni e Liberi Pensieri

Si parte da qui: Un italiano diverso. Giacomo Matteotti (Gianpaolo Romanato), Milano, Longanesi, 2011.

Si continua su L'Osservatore Romano, con Roberto Pertici.

Si finisce su Libero il 29 e 30 luglio, con G. Parlato e F. Borgonovo.
L'ultimo scrive del penultimo, che aveva scritto di Pertici, che aveva recensito Romanato.
Usura, esproprio alla Chiesa, morti ammazzati (anche in famiglia), matrimonio laico. Era uno spendaccione, fu protagonista delle violenze rosse, aveva intenti rivoluzionari. Prima di morire, però, si racconta di come abbia espresso posizioni anticomuniste. Santo o diavolo? Dipende.

Domani mi aspetto l'articolo di Belpietro o Feltri che l'avranno incontrato in sogno stanotte.

Ricostruzioni

Questo il video dell'incontro del Ministro con i precari.

venerdì 29 luglio 2011

Rosicamento continuo



Non gli è stato sufficiente lo sfogo su Oggi ed Il Giornale di qualche giorno fa, insistono.

Mondadori, beffa dopo lo scippo De Benedetti jr: politica estranea
Alla famiglia De Benedetti non è bastato che martedì scorso Fininvest abbia versato nelle casse della Cir i 564 milioni di euro imposti dalla Corte d'Appello. Dopo l'esproprio anche la beffa. Proprio oggi il primogenito dell'Ingegnere ha, infatti, detto che la vicenda legata al lodo Mondadori "si riferisce a fatti accaduti vent’anni fa e dunque non ha nulla a che vedere con l’attualità politica". (Il Giornale)

Ancora parole come "scippo" ed "esproprio".
Proprio non l'hanno digerita, neanche quella dei decoder, ed i loro avvocati non li leggono.

Querele / 2

Bindi querela per diffamazione
Alberto Tedesco in un’intervista a Radio Ies spara a zero su Rosy Bindi: “La Bindi parla di carcere da sette mesi, ma la stagione del '92 che l’ha resa protagonista non tornerà più.
Rosy Bindi ricevette, come reso noto in un libro di Pomicino mai smentito, un finanziamento di 50 milioni dalla corrente andreottiana, nonché dell’appoggio di Andreotti che la fecero salire al Parlamento europeo. Era il 1989. Prima era una sconosciuta”. Nell'annunciare querela a Tedesco, la Bindi ricorda: Don Luigi Verzè e la casa editrice Mondadori, sono stati condannati dal Tribunale civile di Milano a risarcire 50mila euro. Con Mondadori e don Verzè sono stati condannati anche la società editrice de Il Giornale e i giornalisti Maurizio Belpietro e Pierangelo Maurizio che avevano pubblicato in alcuni articoli le tesi diffamatorie del libro. Il risarcimento complessivo di 60 mila euro sarà devoluto in beneficenza”.
(Il Fatto Quotidiano, 29 luglio 2011)

giovedì 28 luglio 2011

Il figlio scemo

"I nostri imprenditori familiari hanno una sfiga drammatica. Lavorano piu' degli altri ma prima o poi gli nasce sempre un figlio scemo. Prima o poi vanno a sbattere il grugno e la storia piccola e grande del nostro capitalismo sta li' a dimostrarlo" (Luigi Angeletti, Segretario UIL, Conferenza del Lavoro PD a Genova, giugno 2011)

"Un comunicato che, in altri tempi, si sarebbe definito in puro stile doroteo. Non appartenendo questo stile al nostro patrimonio culturale, in quel comunicato non possiamo riconoscerci" (Luigi Angeletti, Segretario UIL, luglio 2011)

In aspettiva, amministra

Nitto Palma insieme con Cesare Previti a “Porta a Porta” nel 2003 (FOTO LAPRESSE)
Magistrato in aspettativa, in Parlamento dal 2001. Ministro della Giustizia.
"Francesco Nitto 
Palma ha dovuto superare alcuni esamini facili facili, per dissipare la naturale diffidenza che la categoria delle toghe comprensibilmente suscita nel mondo politico: tipo essere un berlusconiano di ferro, avere almeno un amico pregiudicato per corruzione giudiziaria (Previti), aver fatto per lui alcune leggi per salvarlo dalla galera, aver fatto archiviare inchieste eccellenti come quella su Gladio (si può anche dire “insabbiare”, come scrisse l’Europeo, che Palma denunciò e perse la causa). Ma li ha brillantemente superati tutti.
Oltretutto, ad abundantiam, ha pure sposato la figlia dell’ex capo degli ispettori ministeriali che nel 1994-‘95 perseguitò il pool Mani Pulite, Ugo Dinacci, diventando il cognato (nota: Travaglio ha scritto "genero") dell’avvocato Filippo Dinacci, difensore di B." (M. Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2011)


E potrebbe bastare così. 
Sono generoso, però, ed aggiungo un'altra foto.


Augusta Iannini Vespa: capo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia del Ministero della Giustizia. Quella che arrestava De Benedetti ma che lasciava a piede libero Galliani e Letta (Gianni), perché "amici di famiglia".


Aggiornamento
Il 2 febbraio 2012 Il Giornale pubblica questo articolo in cui la Iannini parla di De Benedetti.

mercoledì 27 luglio 2011

Culetto d'oro avrò il tuo scalpo


Se la legge contro l’omofobia non verrà approvata, la comunità gay reagirà con forza. "Smaschereremo tutti quegli omosessuali invisibili, politici, preti, uomini e donne di potere, che per nascondersi si accaniscono pubblicamente contro le libertà e i diritti delle persone omosessuali".
(Aurelio Mancuso, Presidente Equality Italia: fonte)

La Legge, come previsto, non è stata approvata.
Vediamo ora se il signor Mancuso sarà uomo di parola.

Querele



«Ben venga la critica: puoi anche non condividerla, ma spesso è un buono spunto per riflettere. Nel caso del Fatto Quotidiano, però, il termine “critiche” non mi pare il più appropriato. Tanto è vero che gli avvocati stanno preparando la mia prima azione giudiziaria nei confronti di Marco Travaglio. Dico “prima” perché temo che altre ne dovranno seguire: non è possibile che si insultino e diffamino impunemente persone e aziende» (Marina Berlusconi, Oggi, 27 luglio 2011)


Il Giornale, 27 luglio 2011
Il pezzo di Sallusti continua con un "Se 18 anni fa Berlusconi non fosse sceso in politica, se per tutto questo tempo non avesse resistito ad attacchi di ogni genere solo con il consenso elettorale, oggi avrebbe dovuto staccare quell’assegno? La risposta è no, non ci sarebbe stato l’accanimento giudiziario, Mondadori non sarebbe stata scippata da un giudice monocratico di una quantità di soldi pari al doppio del valore della quota di controllo".

Io rispondo, invece, con la citazione seguente:
"Se nel '94 non scendevamo in politica ci avrebbero messo in prigione".
(Fedele ConfalonieriLa Repubblica 25 giugno 2000)

Nel vademecum di ogni buon giornalista, come di ognuno di noi, dovrebbe esserci la regola "per evitare querele, non dare mai genericamente del ladro (o estorsore) a qualcuno, anche se è stato condannato per tale reato. Fai riferimento preciso, invece, alla condanna".


Marco Travaglio, su Il Fatto Quotidiano, giornale che non riceve alcun contributo pubblico, nello scrivere del "Lodo Mondadori", vicenda iniziata nel 1990, ha usato parole come "furto" e "scippo" e riferendosi alla Mondadori l'ha definita "refurtiva". Tutto questo, sempre citando le Sentenze.


Ebbene, la Sentenza che la Sezione della Corte di Appello di Milano ha pronunciato in nome del Popolo italiano nei confronti della Fininvest può leggersi per intero QUI.


Nella Sentenza si scrive di corruzione, corrotti e "promotori della corruzione". Con la Sentenza si condanna ad un risarcimento pecuniario di 560 milioni di euro.


Sallusti, sul quotidiano della famiglia Berlusconi, quotidiano che beneficia di contributi pubblici, definisce "estorsione" una Sentenza emessa nel nome del Popolo italiano.
Marina Berlusconi, attraverso diversi mezzi di comunicazione, parla di "esproprio".

Io, cittadino italiano, quasi quasi mi sentirei oggetto di diffamazione, ingiurie, insulti ...


Consiglio a chi fosse intenzionato, per necessità, di impadronirsi, al supermercato, di una mela o una bottiglia di latte di farsi promotore di corruzione verso un cassiere ed almeno un vigilante: potrà così coltivare l'idea che nessuno possa additarlo come ladro impunemente, si illuderà di essere un gran signore e non il poveraccio che, purtroppo, è. Magari troverà anche qualcuno disposto ad accusare i suoi giudici di estorsione e cattivo gusto nel vestire o a cavillare sul fatto che gli altri impiegati non siano stati corrotti.


Ad alcuni piace essere presi per il cùlo, ma elegantemente, poco poco.

martedì 26 luglio 2011

Mutande da prima pagina

Scoop ripreso a pag. 2 de Il Giornale in edicola l'8 giugno 2011.

Prima pagina di Libero, in edicola il 26 luglio 2011.

Prima pagina de Il Giornale, in edicola il 26 luglio 2011.

"Travaglio ha pensato che il mondo 
gli sarebbe crollato addosso, e di finire schiacciato in onda in diretta streaming non aveva proprio voglia. E dunque è schizzato via, incurante della webcam che lo stava impietosamente inchiodando alla sua mise estiva (erano mutande o shorts?), per andare a caccia di un rifugio più stabile.
D’altronde, come diceva il Manzoni, il coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare. Ma il dubbio resta: e se fosse questa la scossa che Massimo D’Alema si era augurato qualche mese fa? Meditate, gente. Meditate..."
(Pag. 14, autore sconosciuto)

La sera prima, invece, nella versione online avevano scelto "braghe di tela".


Il Tempo di Mario Sechi nella sezione "Notizie / Politica" si diverte così.


Quando si dice "liberi servi" ...

lunedì 25 luglio 2011

L'eroe ed il cazzaro

Mercel Gleffe (Eroe)
"Il terrore blocca tutti gli altri, ma non lui. Prende un binocolo e corre su un punto sopraelevato da cui osservare ciò che sta avvendendo, e si trova di fronte ad uno scenario raccapricciante: «Ho visto diversi giovani fuggire a nuoto dall'isola, il fumo di una granata e la sparatoria continuava senza sosta». A quel punto prende la sua barca, un piccolo Pioneer 15, e si dirige verso l'isola: «I primi due ragazzi che ho incrociato erano sotto shock, e mi hanno detto che il killer era un poliziotto»."
(Articolo completo: QUI)

Vittorio Feltri (cazzaro *)
"C’è da chiedersi perché il pluriomicida non sia stato mini­mamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragio­niamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarma­te, non sono in grado di annienta­re un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco."
(Articolo completo: QUI)

Il Manifesto che non c'è più

QUI una volta cresceva un albero. All'improvviso è stato abbattuto e fatto sparire. Chissà perché.


"Manifesto dei Cristianisti": cercatelo pure su internet.

Mario


Vergogna!
berlusconi sostiene che i più volenterosi degli operai in cassa integrazione potranno trovare un lavoro in nero per avere delle entrate in più. Chi ha votato per questo personaggio non prova vergogna? Come può un presidente del consiglio sparare questa cazzata senza neppure arrossire? E come possono i suoi elettori non sputargli in faccia? (2002-12-07 20:33:50)


Quella frase detta da me, da te, da uno qualunque di noi non avrebbe avuto lo stesso significato. Ma che un presidente del consiglio, ancorchè squallido come questo, inciti i cittadini a compiere un reato, perchè di questo si tratta, questo non si era mai sentito.
Abbiamo proprio toccato il fondo con questa accozzaglia di quaquaraquà! 
(2002-12-08 14:03:42)

Sono abbastanza allenato a dissociarmi da quello che dice o fa D'Alema.
seurosia alias Mario Zerbato,
PoliticaOnLine.NET il 2 febbraio 2003 18:21:33