sabato 30 luglio 2011

Ricostruzioni

Questo il video dell'incontro del Ministro con i precari.

Questa, invece, la ricostruzione che Vittorio Feltri fa ad un mese e mezzo di distanza per i suoi lettori.
Intorno alla metà di giugno, durante una manifestazione pubblica ebbe modo di sperimentare quanto i cretini siano organizzati, oltre che individualmente resistenti, quasi invulnerabili. Il ministro cominciò il suo discorso e venne subito apostrofato e costretto a interrompersi da un gruppo di sedicenti precari. I quali, come noto, usano protestare ogniqualvolta sia presente la stampa e/o la televisione, giacché il loro scopo non è quello di ascoltare o eventualmente farsi ascoltare - qualche ragione in teoria l’avrebbero - ma di farsi sentire. Come gli ultrà del calcio che non guardano la partita, non la giocano, però cercano di impedire agli spettatori tranquilli di godersela e ai calciatori di serenamente disputarla. Brunetta, cui non mancano intuito e prontezza, davanti alle intemperanze rispose per le rime, esprimendo all’incirca il seguente concetto: siete l’Italia peggiore, quella che non lavora perché gliene manca la voglia. Figurarsi le reazioni. Il battibecco degenerò e l’oratore, impossibilitato a continuare l’intervento, si alzò e se ne andò.
Qui, ieri, Mario Sechi ha raccontato "la notte dei cretini".
Avevo previsto la comparsa della figura del contestatore e [...] ne avevo incontrato un paio per strada. «Vergogna!» mi aveva apostrofato uno le cui sembianze erano piuttosto alcoliche. Inutilmente [...] l’avevo interrogato sulle origini e ragioni, sui misfatti che avrebbero dovuto farmi arrossire. Egli, rosso rubizzo, tirò ondeggiando dritto.
La scenetta surreale del fischia, insulta e ribatti va avanti per un po’, un ping pong di una decina di minuti in tutto, poi finalmente si riesce a partire con ritmo e continuità. E si va lisci fino in fondo. Tra il sottoscritto e Brunetta si svolge un dibattito duro, aspro, ce le diamo di santa ragione sulla manovra economica, la spremuta di tasse, i giornali, la casta, i tagli che non ci sono ai costi della politica. Scintille. Tutto questo dialogato e serrato confronto nei tre minuti e trentasette secondi di filmato che va online non c’è. Va in rete un assemblato di realtà, un frammento che nel montaggio e nella sceneggiatura che ne scaturisce diventa verità assoluta nella sua ingannevole parzialità virale. E l’incontenibile Brunetta sarà quello che dà del «cretino!» a una massa urlante che massa non era.
Siamo arrivati alle opinioni separate dai fatti.
Feltri mente spudoratamente raccontando una realtà che fa comodo a lui, a chi lo legge ed a chi lo paga. Sechi prova a rigirare la frittata e mitigare l'ennesima esibizione di arroganza informandoci del fatto che quella sera durante il "dibattito" si sia parlato soprattutto di altro.


Feltri è sempre stato una causa persa.
A Sechi, prima che finisca la bolla mediatica che lo vede protagonista, proverei a chiedere se è davvero sicuro che quella "maggioranza silenziosa" che non si è alzata in piedi per allontanare i pochi contestatori beoni sia complice paziente oppure no. E di chi.


Quanto a Brunetta, infine, appare chiaro che, dopo essersi sentito chiamare cretino da Tremonti ed addirittura vistosi ignorato da Sacconi, abbia sentito il bisogno di una rivalsa immediata.

Nessun commento:

Posta un commento