lunedì 31 ottobre 2011

Non compratelo




«Mi hanno gridato "sei un venduto, con tutti i soldi che ti dà Berlusconi" (Video) e io gli ho risposto che in realtà sono io a far guadagnare soldi a lui con i miei libri».


Libri così interessanti che si fanno pubblicità da soli, con il passaparola.
Vorrei proprio leggerli i contratti con l'editore, per vedere com'è pagato e come sono considerate le marchette Urbi et Orbi.

L'hanno studiata davvero bene la transazione.


Aggiornamento
Una recensione di Paolo Nori: QUI

domenica 30 ottobre 2011

Fiorentini ma diversi


Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico
(Firenze, 1 gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492)


Matteo Renzi
, un babbeo con la faccia da babbeo
(Firenze, 11 gennaio 1975 - ?)



Seduto dietro ad un cesto di frutta finta ed utilizzando un vecchio microfono, Renzi esalta Jobs e Marchionne mentre chatta con un computer Apple. Fanno parte della scenografia anche un frigorifero e tanti libri che sanno di antico, che il giovane arrogante non apre mai.


Un ometto che ha studiato da "berlusconista" e che punta sugli stessi mezzi riadattati al tempo. Uno che si crede giovane a chiacchiere, come se la giovinezza fosse prova di qualcosa. Uno che non è capace neppure di mettersi in posa per qualche secondo, su una sedia di plastica.

Ad applaudirlo ci sono l'ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, Billy Costacurta, Chicco Testa, Martina Mondadori, i
l fondatore di Technogym Nerio Alessandriil numero due della chimica Guido Ghisolfi, l'economista Luigi Zingales e il padre dei Gormiti (!) Leandro Consumi.


Cè pure il torinese Alessandro Baricco che, fingendo di esser lì per caso e di non aver preparato un discorso, sproloquia sul gioco degli scacchi (QUI).
A sentir lui, chi gioca col nero punta alla partita pari, è un conservatore e non ama rischiare. I deboli dovrebbero difendersi col dinamismo.

Kasparov - Karpov (Siviglia, 1987): vinse Karpov, giocando con il nero, innovando.

"In una partita di torneo è meglio giocare non la mossa teoricamente più forte, bensì quella che maggiormente mette a disagio l'avversario". (Emanuel Lasker)



"La Libia che ho conosciuto"


Traduzione di Marinella Correggia – per Georges Bourdoukan, ex-giornalista del "O Globo", San Paolo del Brasile
Dopo che Nelson Mandela fu liberato, andò subito in Libia per ringraziare, a nome del popolo sudafricano, per il sostegno di Gheddafi contro il regime dell’apartheid.

Sono stato in Libia nel settembre del 1979, in occasione del decimo anniversario della rivoluzione che aveva portato Gheddafi al potere.
Mi accompagnarono in quell’occasione il cameraman Luis Manse e l'operatore Nagra Nelson Belo. Eravamo lì per la Rete Globo di cui ero al tempo il direttore di San Paolo.

Prima sorpresa. L’hotel, dove il governo ci aveva mandato, era interamente occupato da diplomatici. Chiesi all’ambasciatore del Brasile il motivo di questa concentrazione. La risposta mi sorprese ancora di più.
“Nella Libia di Gheddafi gli affitti sono stati vietati.”

Ai libici che non avevano una propria casa era necessaria solo una richiesta e il governo provvedeva immediatamente alla sua costruzione.
Il paese era un enorme cantiere.

E ancora: Una legge, LA LEGGE DEL MATERASSO, stabiliva che ogni cittadino libico che sapesse dell’esistenza di una casa in affitto, gettando un materasso nel cortile di quella casa, ne acquisiva l’utilizzo.

sabato 29 ottobre 2011

50mila euro, a pagina 15



"Anche Silvio ha aperto il cuore e il portafogli per aiutare la ricostruzione della Liguria", scrivono oggi quelli di Libero. Un bonifico di 50mila euro, noti al Fisco, meno che per tanti amici pagati in nero.


Volevo approfondire la lettura ma, come si può vedere QUI, pagina 15 non contiene traccia di quanto promesso. M'è venuto pure qualche dubbio sul fatto che i 50mila euro potrebbero essere la cifra totale raccolta finora.


Cose che capitano, a Libero.
Magari a fin di bene, chissà.

Aggiornamento

Il giorno dopo non accennano alla cosa ma rilanciano con Lippi, un imprenditore veneto ed Obama. Nessuna cifra, stavolta.


Sui "bonus" per i donatori USA ho qualche perplessità.


(Cliccare per ingrandire)

6,06%

BTP a dieci anni

La letterina che Berlusconi ha inviato all'UE non ha convinto nessuno. Lui continua a raccontare barzellette e guardare il culo alle donne, gli altri continuano a chiedere garanzie migliori.
Ieri il Tesoro ha piazzato 2,9 miliardi di euro di titoli con scadenza 2022 al 6,06 per cento. Un anno fa sullo stesso tipo di titoli pagavamo il 4,7 per cento, ma anche a settembre, dopo un’estate drammatica dal lato degli spread, il Tesoro se la cavava con il 5,75 per cento. Secondo un calcolo del Fondo monetario di qualche mese fa, se il tasso arrivasse all’8 per cento il crac delle finanze pubbliche sarebbe inevitabile.
Il rapporto dell’autorità bancaria sulle banche ha indicato quanti soldi servono alle grandi banche per affrontare il mancato rimborso di parte dei titoli greci: alla Grecia servono 30 miliardi, alla Spagna 26,2 e, sorpresa, all’Italia 14,8 contro gli 8,8 della Francia e i 5,2 della Germania.


Unicredit deve trovare 7,4 miliardi, MPS 3,1. Perché così tanto?

O non ci raccontano tutto oppure quest'aumento di capitale è necessario per mettersi al riparo proprio dal debito italiano nel quale hanno investito.



giovedì 27 ottobre 2011

Preti ronzano nell'aere


Non vorrei sembrare ossessionato dai preti. Ma mi sembra che i preti stiano diventando ossessionanti. Il "Corriere Dello Sport" di ieri riporta in prima pagina la notizia che alcuni "preti viola" intendono "soccorrere" la Fiorentina Calcio, dispensando in pari misura conforto spirituale e indicazioni tecnico-tattiche. E' pur vero che tra tonaca e pallone esiste da tempi immemorabili un forte "feeling" oratoriale. Ma la serie A pareva al di fuori della portata agonistica di quei gagliardi parroci. La verità è che mentre Tangentopoli sta riarrotolando, metro dopo metro, il tappeto della seconda repubblica per riporlo nella soffitta della storia, restano scoperti, al freddo e al gelo, vastissimi territori. E la Chiesa li sta occupando tutti (la televisione pullula di preti sessuologhi, preti opinionisti, preti fredduristi, ogni tanto, addirittura, qualche prete che si occupa di religione). E pensare che da giovane ero convinto che l’Italia, un giorno o l'altro, si sarebbe svegliata senza la Dc e governata dalla sinistra. Mi avessero detto che ci saremmo svegliati senza Dc e governati dal papa, forse avrei deciso di tenermi Gava. Michele Serra, "Che Tempo Fa", 23 febbraio 1993
Beh, sembra che ci risiamo.
L'altro giorno in appena mezz'ora ne ho contati tre, due sullo stesso canale televisivo, nella stessa trasmissione. Senza tener conto di Meluzzi e simili.

mercoledì 26 ottobre 2011

I Berlusconi col Governo ci mangiano

(Dati Nielsen: Clicca per ingrandire)

Mediaset (e Mondadori) si mangiano pure la pubblicità del governo
di Carlo Tecce

Odore di santità. Non mentono, per carità, le narici di Bruno Vespa: il Cavaliere è uno e trino.

Finalmente l'agiografia è completa. E per ragioni terrene, di soldi, di milioni, di euro. Un certo Silvio Berlusconi indirizza la pubblicità istituzionale (non abbandonate i cani, pagate le tasse...) verso una certa Publitalia, la concessionaria di una certa Mediaset: 4,659 milioni di euro su 21,466 milioni stanziati nel 2010 per radio, giornali e televisioni, cioè il 21,70 per cento del totale. Risposta automatica: chiaro, le solite televisioni che s'abbuffano sul mercato. Falso. Perché a Sky e La7 finiscono spiccioli: 191 mila euro per l'azienda di Murdoch (l'intera piattaforma satellitare!), 333 mila euro per Telecom Italia Media (il rampante terzo polo!). La tavolata di B. è lunga e larga come il portafoglio d'affari: c'è pur sempre Mondadori, 1,456 milioni di euro, quasi 8 volte l'elemosina per Sky. L'appello è finito. Però, manca un'emittente importante, storica, nazionale: già, la Rai.

martedì 25 ottobre 2011

A Sirte ci sono dei morti

Nei giorni scorsi avevo letto di un massacro di civili nascosto sotto i fumogeni della morte di Gheddafi, quanto mai opportuna per i massacratori. Oggi, tra le notizie in secondo piano dei grandi quotidiani, quella di un'esplosione di un serbatoio di carburante che avrebbe fatto un centinaio di morti ed una cinquantina di feriti. La causa, a sentir loro, un cortocircuito.


A Sirte dal 17 ottobre sono arrivate truppe di terra speciali della NATO che, dopo una prima sconfitta, il giorno seguente l'hanno invasa.

Hanno utilizzato pesanti esplosivi ed armi chimiche in abbondanza (fosforo bianco, bombe combustibili aeree tipo napalm, gas), che portano a 20 mila i morti solo in quella città.



Poi, pare che abbiano catturato Gheddafi ed il figlio interrogandoli senza esito per due giorni. Quindi, è arrivata la Clinton ad ordinare di ammazzarli con la speranza di aumentare la guerra tribale.


Oggi a Tripoli: 3000 Iracheni, 5000 Somali, 400 Sauditi, 700 Sudanesi e 6000 Algerini come forze speciali sono arrivati per combattere i “ribelli” e la NATO.

Non ho n
eppure voglia di approfondire.
Che vergogna.


Aggiornamento
La Resistenza ha fatto esplodere il serbatoio del carburante con un detonatore comandato a distanza tramite telefono cellulare: QUI

L'usciere di una bettola


Il poveretto, codici alla mano, ha fatto un errore che potrebbe costargli caro.

lunedì 24 ottobre 2011

Economic Hitmen



Intervista animata a John Perkins, autore di 'HoodWinked' e 'Confessions Of An Economic Hitman'.

Ultras


"Il marito di Carla Bruni" è davvero degno di un grande giornale. Questi signori scribacchini stanno scavando il fondo del barile, senza trovare una sola goccia di petrolio. Entro mercoledì Germania e Francia vogliono risposte concrete dall'Italia, non dall'omino ridicolo, inadatto ed incapace.


Merkel e Sarkozy passeranno ma i loro Paesi resteranno. Berlusconi passerà sul cadavere del proprio Paese?

domenica 23 ottobre 2011

Dollar Over Gold

C'aveva provato Saddam a vendere il petrolio in euro, poi c'ha provato Gheddafi con il dinaro d'oro. C'è ancora l'Iran, con i tentativi di utilizzare una Borsa petrolifera basata sulla valuta europea. E poi c'è la Cina, con tonnellate di carta moneta americana. O la Russia.

C'era anche Robert Kennedy che provò ad interrogarsi su un ritorno al "Gold Standard": fatti e valori reali, non i giochini della finanza creativa.

Tutti morti, o quasi.
Tranne i falsari e gli usurai, quelli che operano in grande stile ovviamente.

Sono morti da tempo anche i Borbone d'Italia, quelli che pagavano i propri fornitori con ducati d'oro sonante. Quelli che non avevano debiti, a differenza dei Savoia. Sono arrivati la Banca Mondiale ed il FMI, la FED e la BCE.

Il 99% che protesta: QUI.

sabato 22 ottobre 2011

Pan Am 103

Molti forse non ricordano o non hanno sentito parlare della bomba nella discoteca La Belle di Berlino. Fu fatta esplodere il 5 aprile del 1986 e provocò tre vittime. Uno dei tanti "false flag" della storia recente, in particolare di quella a stelle e strisce. Dieci giorni dopo, infatti, quel grand'uomo di Reagan utilizzò quei morti come pretesto per bombardare il palazzo di Gheddafi, ammazzargli la figlia e qualche altra decina di persone, bambini inclusi.

Solo nel 1998, grazie ad un'inchiesta della Televisione Pubblica tedesca, si scoprì che quella bomba era da attribuire alla CIA ed al Mossad.

Il 21 dicembre del 1988 nei cieli di Lockerbie, in Scozia, esplose un Boeing 747-121 mentre era in volo verso New York. La storia è riassunta bene dalla versione inglese di Wikipedia (QUI). Prestate attenzione, in particolare, al "timer" utilizzato ed alla testimonianza di Tony Gauci, il commerciante maltese.

Il 23 febbraio 2011 (che strano), intervistato dal quotidiano svedese Expressen, l'ex ministro libico della giustizia Mustafa Muhammad ʿAbd al-Jalīl ha parlato di responsabilità dirette del colonnello Gheddafi nell'ordinare l'attentato. Ha anche aggiunto di avere le prove di quanto afferma.

Oggi il traditore dovrebbe avere finalmente il tempo di completare la sua storiella. Sono davvero curioso di vedere cosa sarà capace di inventarsi.

venerdì 21 ottobre 2011

Saldo zero

Nello stesso giorno in cui Muʿammar viene ammazzato in Libia (non era scappato) Giulia viene al mondo in Francia. La bambina farà in tempo a crescere, vergognandosi del padre e dell'ipocrisia occidentale. Il popolo libico potrà gustarsi le miserie che verranno.


E' ben strano, comunque, che tra tanta tecnologia messa in campo per bombardare non si sia trovato niente di meglio di un telefonino per riprendere le immagini di un uomo morto da diffondere in tutto il mondo.


Qualcuno sostiene che molte cose non quadrano.


giovedì 20 ottobre 2011

"Pezzo di merda"


[...] L’addetto alla compravendita dei parlamentari, dopo aver letto sul Fatto l’intervista all’on. Di Biagio e la storia di Ricardo Merlo è entrato nell’aula della Camera, e come una furia gli ha urlato: “Ti chiameranno i miei avvocati”. Pronta la risposta di Di Biagio: “Fai pure porto al magistrato le registrazioni, che problema c’è?!”. È stato come parlare al diavolo di acqua santa. “Allora non ti querelo più, però tu sei un pezzo di merda” espressione non propriamente oxfordiana, ma coerente con lo stile della maggioranza.
“Vuoi scommettere che io ti faccio rimangiare queste parole?” rilancia Di Biagio.
Provvidenziale per Verdini l’arrivo di Bocchino: “Lascia perdere, non conosci Aldo, dai retta a me, non ti conviene” . Scena appetitosa per colleghi e fotografi e anche per il presidente Fini che se la gustava dallo scranno trattenendo a fatica il sorriso. Un attimo dopo ecco il mea culpa: “Ti chiedo scusa non volevo offenderti”. Epiteto pronunciato a sua insaputa. Poco dopo il portavoce di Verdini chiama la segreteria di Di Biagio rinnovando le scuse a nome del “Dimmi cinque cose che desideri” annunciando un comunicato per renderle pubbliche. Ma dall’altra parte del filo una voce ha risposto con un gentile: non importa. Mentre l’on. Luigi Bellotti, che in cambio del suo passaggio da Fli al Pdl ha portato a casa una poltrona da sottosegretario al Welfare, come raccontato ieri al Fatto da Aldo Di Biagio, non ha avuto alcun sussulto nel leggere la sua storia di “acquistato”. “E cosa possono dire? Si sono venduti la nostra anima in cambio, come fece Giuda Iscariota, di trenta denari” esclama Di Biagio.
(Sandra Amurri, Il Fatto Quotidiano 20 ottobre 2011)

mercoledì 19 ottobre 2011

Orizzontali e verticali, tra puttanieri e ricottari

DI BIAGIO (FLI) DENUNCIA: ECCO COME VERDINI TENTA DI COMPRARCI
“Dimmi cinque cose che desideri” e l’accordo è fatto
di Sandra Amurri

“Aldo ti devo parlare, subito, subito”. La voce dall’altra parte del filo è dolce quasi come un confetto. Aldo Di Biagio, deputato di Fli eletto nel 2008 nel Pdl per la circoscrizione Europa.
Siamo a dicembre, nel pieno del mercato dei parlamentari, i telefoni dei possibili “acquistabili” sono incandescenti, il tempo stringe, la maggioranza langue e la fiducia per il governo è una questione di vita o di morte. Di Biagio, doppia nazionalità italo-croata, passato in An, finiano doc, una vita nel patronato, nel sindacato e nel volontariato, sposato, padre di tre figlie, ha voglia di raccontarlo tutto il “disgusto” provato e confessa: “Se Fini non fosse stato cacciato e non fosse nato Fli me ne sarei andato nel Gruppo misto, non ne potevo più di vedere ruberie di ogni tipo, nani e ballerine come figurine telecomandate, scene indecenti”. I rapporti con la collega-imprenditrice inviata in avanscoperta, poi nel caso in cui il terreno si fosse rivelato fertile la mano passerebbe ad altri per sottoscrivere il nobile “contratto”, sono sempre stati cordiali. Lei lo attende nel corridoio, lui le va incontro: “Sai Aldo, da te ci aspettiamo un atteggiamento serio e coerente. Guarda al futuro, fatti una fondazione e noi ti diamo 1 milione e mezzo di euro di Finmeccanica”.

martedì 18 ottobre 2011

Subbananismo



Inutile leggere il resto.

Vuoti a perdere


14 maggio del 1977, in via Carducci a Milano. Mario Ferrando uccideva con quel colpo di pistola il vicebrigadiere di Pubblica Sicurezza Antonio Custra, venticinquenne. Erano gli anni di piombo, quelli delle Leggi Speciali, invocate di nuovo in questi giorni dai soliti giornalacci e da uno di quelli che passano per "Comunisti": Antonio Di Pietro.

Gli incappucciati o i mascherati, furbi come pochi, verranno presto incastrati da altre foto alle quali non sono sfuggiti mentre erano a volto scoperto, e passeranno un guaio, con loro le proprie famiglie. Visto che non hanno imparato a giocare e vincere con le regole scelte ed imposte dai più forti.

C'è ancora qualche ragazzino che schiuma rabbia in interviste fantasiose ed anonime.
Un pensionato dei Cobas, avrà avuto sessant’anni, riempiva le sporte di sampietrini e ce le portava in prima linea. Ho visto un disabile che riempiva la carrozzina di sassi come una carriola, e ce li distribuiva. Altri ci dicevano: ‘Mostrate il volto, e fate gli scontri senza caschi o passamontagna perché siamo indignati! Non ci importa se ci schedano o no, non dobbiamo avere paura ! ’ Non ci dicevano più di smetterla, ora ci appoggiavano proprio”. “Vuoi sapere perché la rabbia è tanta e crescerà?”. Mi spiega Gabriele P., un compagno di scuola di Jacopo, che ha la fidanzatina al fianco. “Io ho sedici anni. Vivo a Palmarola, periferia nord di Roma. A fine luglio non avevamo più da mangiare. I miei non reagiscono, non fanno nulla, ma io vado a ogni manifestazione, faccio parte di un collettivo autonomi. Sai com’è il mio futuro? Sarò precario e farò fatica a trovare lavoro. Ci dicono che non ci sono soldi per i salari poi danno miliardi di euro alle banche che hanno la colpa della crisi?”.

Bravi, ottimo, bis !
Le Rivoluzioni prima si studiano e si pianificano Politicamente e poi si attuano, senza andare allo sbaraglio, facendo proprio quanto si aspettano quelli che vorresti combattere. Questi, invece, pare che siano andati ad allenarsi in Grecia ed in Val Susa, per spaccare il mondo con la sola forza delle mani, o con fionde e catapulte: i risultati di una scuola pubblica ridotta deliberatamente ad incubatrice di idioti.


La Legge Reale (da Oronzo Reale, ministro della Giustizia del governo Moro) del 1975 era composta da 36 articoli che ampliavano i poteri delle forze dell’ordine a cominciare dall’uso delle armi anche in ordine pubblico. Era previsto il “fermo preventivo” e la “perquisizione sul posto”, quest’ultima in casi di urgenza senza l’autorizzazione della magistratura. L’articolo 5 è ancora in vigore: divieto di volto coperto. Il centro d’iniziativa “Luca Rossi” ha calcolato che, tra il '75 e l'89, in virtù della legge furono uccise 254 persone e ferite 371. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate.


Ci vorrebbe qualcuno che facesse Politica con un'Idea complessa, una di quelle che ti provocano i mal di testa e che si fanno Ideologia senza passare per peccato. Un'attività seria, anticonformista, consumatrice e non consumata, dai costumi candidi e non scostumata. Poche chiacchiere e tanto scritto. Ma qui da noi vanno in televisione ad imitare i propri imitatori, facendo ridere i polli, quelli da batteria che non saprebbero come rincorrere una gallina libera.


Ora, grazie ai geni massacratori di statuine, ci saranno fermi preventivi, perquisizioni sul posto e qualche ammazzatina accidentale. Sarà ancora più difficile avere idee originali, o che queste riescano a sopravvivere.


Io, invece, sto aspettando un treno che partirà col buio illuminato da una luna quasi piena, seduto al tavolino di un bar poco distante dalla stazione. Un cappuccino al banco costa 1 euro, il doppio esatto se servito a cinque metri: l'ho scoperto per caso, prendendone un paio. Uno dei proprietari, tra uno sbadiglio e l'altro, si gingilla con Facebook: macchinazione infernale.


P.S.
Ma poi ritorno, non pensate a male.

domenica 16 ottobre 2011

Telegraph Road


Il testo della canzone venne ispirato a Mark Knopfler da un viaggio sulla highway statunitense U.S. Route 24 (più nota come "Telegraph Road") e dalla lettura del romanzo Il risveglio della terra (Markens Grøde), opera dello scrittore norvegese Knut Hamsun (vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1920). Nella prima parte del brano, l'io lirico descrive lo sviluppo graduale di un territorio inizialmente selvaggio e la nascita di una città, fondata da un viaggiatore solitario; nella seconda sezione, il narratore parla in prima persona della propria lotta contro la disoccupazione e l'individualismo della società capitalista.






Telegraph Road - Dire Straits (Lover Over Gold, 1982)

A long time ago came a man on a track
Walking thirty miles with a sack on his back
And he put down his load where he thought it was the best
Made a home in the wilderness
Built a cabin and a winter store
And he ploughed up the ground by the cold lake shore
The other travelers came walking down the track
And they never went further, no, they never went back
Then came the churches then came the schools
Then came the lawyers then came the rules
Then came the trains and the trucks with their load
And the dirty old track was the telegraph road

Golem

L'Italia era una lingua di terra buona, protetta e servita dal mare. E' stata lupa generosa, ventre accogliente, giardino incantato, fucina di idee e mortaio di passioni. Poi è arrivata la modernità e s'è fatta scrofa, vacca, puttana da quattro soldi, coltivando illusioni ed allevando storpi. Quella terra si è riempita di veleni e fabbriche di cose inutili.
Ieri è stata la giornata degli "indignati". Molti di loro sono sbucati fuori direttamente da 
internet o, meglio, dai "social network", un posto dove ancora non esistono gli odori e nel quale puoi bivaccare scegliendoti un avatar, un luogo della mente in cui puoi convincerti di essere qualcos'altro o qualcun altro, una conigliera che ogni tanto spalanca le porticine.

Ed ecco i panzoni mascherati che scendono in strada, i ragazzini con i pantaloni a vita bassa che assaltano la vita reale, i chattatori compulsivi che respirano per la prima volta gli odori: sudore, sangue, fiamme, fumo, paura.
Ne bastano pochi per servire allo scopo. Nessuno li ha pagati, probabilmente, ma li ha cresciuti, programmati, rimbambiti, tenuti da parte. Dei Golem.

L'uno contro l'altro, come ai tempi dei Katanga.
"Loro" lì ad osservare compiaciuti del lavoro fatto a tavolino negli anni, pronti a ricominciare con un'ennesima variante al loro giochino.

Non ho visto ancora nessuno riempire le vetrine delle banche e delle poste con volantini che invitino al prelievo dai conti correnti, o i parabrezza delle automobili con proposte di boicottaggio alle assicurazioni, o gli scaffali dei supermercati con liste di prodotti extra regionali da evitare.


Oppure rinunciare al calcio e spegnere ogni televisore, rifiutando il superfluo. Ripensare ad una lotta di classe, piuttosto che a manifestazioni utili soltanto per chi viene contestato.

Invece di mirare al cuore della bestia si continua a farle il solletico.

sabato 15 ottobre 2011

La Qultura ai tempi di Gogol




Roba che difficilmente passerebbe le selezioni per la pubblicazione sul giornalino di una scuola elementare.


Per chi si fosse perso questo suo "articolo", Matteo Mion oggi su Libero prova ancora a raccontarci la sua. Vi propongo il suo ultimo componimento senza ulteriori commenti, certo che il mondo visto da una "destra" come questa appaia davvero sfocato.


Google non sbaglia: se scrivi riforme esce il nome del Cav
di Matteo Mion (Libero, 15 ottobre 2011)
Non c’è che dire: a destra stiamo messi male, anzi peggio. Il Cav barcolla sotto i colpi democristiani di Tremonti e Scajola. Nella Lega ci si scanna che è un piacere. Il tunnel imboccato sembra più lungo di quello gelminiano tra Ginevra e il Gran Sasso. Lo scoramento e il distacco dalla politica sono i sentimenti che animano gli elettori. Basta però un occhio a sinistra ed ecco d’un tratto che Silvio ci torna in grazia.

Saverio Romano: inchiodato dalle telefonate

L'altra mattina il ministro Saverio Romano fu ospite (video) di Coffee Break, un programma televisivo di LA7. Con grande faccia tosta, negò ogni tipo di rapporti con la mafia, insinuò finalità politiche ed ideologiche della Magistratura nei suoi confronti. Con grande faccia tosta, parlò di Vito Ciancimino che accumulava denaro mafioso a Palermo mentre suo padre si spaccava la schiena da emigrante, o del figlio del mafioso che girava per strada con la Porsche mentre lui sgobbava sui libri, ed ancora di Massimo Ciancimino che oggi traffica con le bombe ed il riciclaggio del denaro del padre.

Esistono, però, oltre alle testimonianze dei suoi compari, delle intercettazioni telefoniche che non lasciano molto spazio alla fantasia.

giovedì 13 ottobre 2011

Scolaretta e/o cagna?

[...] Baruffe finite dritte sui giornali,come l’irruzione nell’ufficio di Fabrizio Cicchitto della Brambilla, furente per gli sms che la convocavano per le votazioni alla Camera: «Io non mi faccio trattare come una scolaretta!». Col capogruppo che perdeva la pazienza: «E invece proprio a te è necessario mandarli. Hai il record dell’astensionismo qua dentro!». Chiusura finale raccontata da «l’Espresso»: «Ho dovuto contare fino a dieci per non buttarla giù dalle scale. Con quei tacchi sarebbe stato un disastro».
Perfino «Chi», pur senza fare i nomi (la prima protagonista secondo «il Riformista» sarebbe la Gelmini, la seconda ancora la Brambilla) è costretto a raccontare: «Due ministre molto in vista si sono incontrate a Milano, al Teatro Nuovo. Tra le due, però, è sceso il gelo e non c’è stato nemmeno un ciao. Addirittura una delle due ha chiamato l’altra gentilmente "cagna"». [...] (G. A. Stella, Il Corriere Della Sera)

martedì 11 ottobre 2011

Una Cinese a Milano


"Qui sembra che ... Cioè, la cosa che vedo nei giovani d'oggi è che << E' colpa del Governo, è colpa dei banchieri ...>>".


Continua QUI
Quello con cui si scambia il cinque è Alberto Forchielli.

Ferrara olandese

Un’inchiesta di 12 minuti trasmessa dalla televisione olandese Nieuwsuur fa dell’Italia un ritratto da ultimo impero. [...] e infine tocca a Giuliano Ferrara: “Voi siete calvinisti, e pensate che il mondo sia trasparente. Ma l’Italia è rimasta cattolica nonostante Calvino e Lutero, e i cattolici hanno sempre qualcosa da nascondere, soprattutto nella loro vita privata”. (Il Fatto Quotidiano, 11/10/2011)

Claudio Scajola, dopo le minacce dei giorni scorsi, sembra esser ritornato all'ovile. Forse lo faranno vice di Alfano.

lunedì 10 ottobre 2011

Sfiga programmata


Belen si sposa. Con il romantico abito bianco che Fabrizio ha scelto per lei.
 (Gente, 11 ottobre)

Corona e Belen non sorridono più. Matrimonio saltato. (Novella 2000, 13 ottobre)

domenica 9 ottobre 2011

I letti bruciano


Una delle 500 canzoni inserite nella The Rock and Roll Hall of Fame. # 1 in Nuova Zelanda e Sud Africa, # 2 in Canada, # 3 in Olanda, # 5 in Francia, # 6 nel Regno Unito, # 11 in Irlanda e # 17 nella U.S. Billboard Hot 100
Il cantante, Peter Garrett, è un cittadino attivo nella gestione della "cosa pubblica".
Midnight Oil - Beds Are Burning (da Diesel and Dust, 1987)

Out where the river broke
The blood wood and the desert oak
Holden wrecks and boiling diesels
Steam in forty five degrees

The time has come
To say fair's fair
To pay the rent
To pay our share

The time has come 
A fact's a fact
It belongs to them
Let's give it back

How can we dance when our earth is turning
How do we sleep while our beds are burning
How can we dance when our earth is turning
How do we sleep while our beds are burning

Record svergognati

Io non uscirei più di casa se il mio nome fosse associato a cose del genere.
Evidentemente, non siamo tutti uguali e prima o poi qualcuno si mostrerà felice per la catasta più alta di letame.


E gli daranno pure un premio.

Bolognese, dotto, appena svegliatosi

E' una delle "notizie" degli ultimi giorni, utilizzata per la prima pagina domenicale de Il Giornale. A Bologna il consigliere comunale Lorenzo Tomassini ha avuto bisogno, forse per la prima volta dal 2004, di qualche articolo di cancelleria e "come un buon padre di famiglia" s'è messo a far di conto, accorgendosi degli sprechi. Un contratto, quello tra Comune e Altercoop, che dura da anni, rinnovato nel 2010 e valido fino al prossimo dicembre.

Oggi l'avvocato punta l'indice contro Merola, sindaco dal maggio 2011, senza risparmiargli l'ironia. Finora deve avere utilizzato carta, colla e punti metallici di casa sua, per non essersi accorto di niente. Oppure dormiva, visto che proprio con la Altercoop ha già avuto contatti stretti.

Meglio tardi che mai.
Non importa che sia un mezzuccio per giustificare i tagli enormi alle Amministrazioni pubbliche.
Sarebbe interessante, tuttavia, poter leggere una copia di quel contratto e l'elenco esatto della merce a cui si fa riferimento.

"Le vergini violate"


Le vergini violate
di Marco Travaglio

L’altroieri il sottoscritto, insieme ai colleghi Gomez, Lillo e Pappaianni, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver diffamato in un libro una giovane frequentarice di Palazzo Grazioli. Càpita, ai giornalisti. Almeno a quelli che usano la penna anziché la lingua. La signorina ha tutto il diritto di denunciare: se dimostrerà che abbiamo sbagliato, rimedieremo secondo la legge. La “notizia” è stata subito rilanciata dall’Ansa, di solito piuttosto avara d’informazioni sui processi per diffamazione ai giornalisti (specie a quelli dell’Ansa). Il sito del Corriere della sera l’ha subito piazzata in homepage fra le prime dieci: attendiamo con ansia dal sito del Corriere l’elenco completo dei processi per diffamazione al direttore e ai cronisti del Corriere. Il quotidiano Libero, che della diffamazione ha fatto una religione, sbatte la “notizia” in prima pagina, corredata da una vignetta che ritrae il sottoscritto dietro le sbarre e da un commento del solito poveretto con le mèches, che altrimenti non saprebbe cosa scrivere.

Gnocche diverse

Oggi quelli di Libero pubblicano un'intervista che mette tristezza, a cominciare dalla scelta della foto (cliccare per ingrandirla), non capisco con quali intenzioni. Una donna da una vita in politica, alla quale sembra aver sacrificato tutto, riuscita ad essere appena vicecapogruppo alla Camera, peggio di Lupi. Una che riesce ancora a mentire a sé stessa, senza volere interrogarsi sulle carriere lampo di tante altre più giovani e più belle, probabilmente meno capaci, fingendo di ignorare commenti volgari come "culona inchiavabile". Sullo stesso giornale, nella pagina successiva, c'è la solita M. G. Maglie che porta a casa la pagnotta rimasticando un articolo di Fabrizio D'Esposito per Il Fatto Quotidiano ("Forza gnocca è già qui"), colpevole, a suo avviso, di odiare le donne perché ne fa un elenco di bellocce alla corte di Berlusconi, mischiando ministri, parlamentari ed escort. Una lista di proscrizione, secondo lei.

Ci sarebbe da commentare pure la battuta intonata dalla ex moglie del dottor Santanchè. Oppure no.



«Sono la prova in carne e ossa che non siamo Forza gnocca»
La deputata Pdl: «A Silvio piace giocare ma deve rilanciare la sua politica, questo si aspetta la gente. Nel nostro movimento va recuperata l’anima di Forza Italia. Tremonti? Fa la rivoluzione statalista» 
di BARBARA ROMANO

«Mi guardi: le sembro tipo da Forza Gnocca?». Isabella Bertolini, modenese, classe ’63, è nel partito di Silvio Berlusconi da sempre. Da tre legislature è vicecapogruppo alla Camera. «Io sono fuori età, fuori taglia, fuori mercato. La prova vivente che il nostro non è il partito della gnocca».

sabato 8 ottobre 2011

I soliti (ig)noti

"Endemol Italia è la prima società di produzione televisiva indipendente ad operare nel nostro Paese". Così scrivono di sé stessi sul proprio sito internet. Controllata per un terzo da Mediaset (presenti al 33% anche Goldman Sachs e il fondo Cyrte di John De Mol), ha più di tre miliardi di debiti. Mediobanca ha cominciato a parlare di una possibile vendita.

Tra i tanti programmi televisivi prodotti da Endemol, in Italia c'è "I soliti ignoti", condotto da Fabrizio Frizzi. E' interessante ricordare che un "format" del tutto simile ad "Identity" fu realizzato da Gianni Ippoliti nel 1991 
per la RAI, i diritti del quale sono di proprietà ancora di quest'ultima. I dirigenti della TV pubblica, però, preferiscono acquistare dall'esterno. Chissà perché.

Negli ultimi giorni sulla scrivania di Lorenza Lei, Direttore Generale della RAI, è arrivata una lettera della Endemol che, con toni perentori, chiede la rimozione di Giuliano Ferrara e del suo "Qui Radio Londra" dall'orario serale compreso tra il TG1 ed il gioco a quiz. L'Elefantino, infatti, non interessa a molti e mette in fuga anche i pochi sopravvissuti alla mezz'ora di Minzolini.

Ancora una volta, quindi, interessi economici e politici (dei soliti noti) in conflitto. Stavolta, dato ormai il marchio "Berlusconi" fuori da ogni mercato (tranne che per i bordelli argentini), si cerca di salvare almeno un po' della roba che resta.

Invece che la porta, però, a Ferrara viene indicata una fascia oraria diversa, quella successiva al TG1 delle 13.30. In attesa di un possibile tentativo il giovedì sera, al posto che fu di Santoro. La faccia tosta non gli manca.

Un elefante in cristalleria va bene finché sta fermo ed attira clienti.

"Giuliano Estiquaatsi"


Giuliano Estiquaatsi
di Marco Travaglio
Giuliano Ferrara, il più noto sfollagente della televisione italiana, sta per traslocare col suo samizdat Qui Radio Londra all’ora del dopopranzo, quando di solito, sopraffatto dai supplì, riposa. Nell’attesa, non contento di aver messo in fuga milioni di telespettatori di Rai1 e migliaia di lettori del Foglio (1800 copie vendute), tenta di decimare pure le vendite del Corriere, che s’era appena riavuto da una brutta crisi, con un’intervista di un’intera pagina. Il titolo è in linea con l’ultima metamorfosi del nostro eroe, che parla come un caporale di giornata, una signorina Rottermaier, una signora-Luisa-che-cominciapresto-finisce-presto-e-non-pulisce-mai-il-water. Sempre coi verbi all’imperativo: “Tremonti si sottometta o se ne vada” (intanto sul Foglio intima: “Ai democristiani inquieti: scegliete da che parte stare, stateci e occupatevi di cose serie”).

venerdì 7 ottobre 2011

Renatil

"Alzati e lavora" titola in edicola l'ultimo numero di Panorama. Con il Ministro Brunetta rimpicciolito come se fosse una supposta. Lo prendono per il sedere anche quando vogliono incensarlo. Oggi Sechi rincara la dose e ci racconta di come sia tanto piccolo da risultare invisibile.

Renatil, ovviamente, è un Marchio già registrato. Ne azzeccassero una.


IL MINISTRO ESCLUSO DAL VERTICE TRA BERLUSCONI E TREMONTI
Si dimenticano di Brunetta e lui li manda a quel paese
«Se questo è il modo di fare allora se ne andassero tutti aff...».


Un Renato Brunetta furioso si aggirava ieri in Transatlantico mentre era in corso il vertice di governo tra Berlusconi e il ministro Tremonti. La ragione dell'ira del ministro della Pubblica Amministrazione, è la mancata convocazione dello stesso Brunetta al vertice.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs


Un sognatore, con la compagna Laurene Powell.



"Sometimes when you innovate, you make mistakes. It is best to admit them quickly, and get on with improving your other innovations."

"I want to put a ding in the universe."




Aggiornamento
Ad alcuni tante lacrime sembra che abbiano dato fastidio: QUI o QUI

Mi ero perso questo.

"Marina mercantile"


Marina mercantile
di Marco Travaglio
“Siamo alle sentenze ad personam!”, tuona Marina Berlusconi in un’intervista-scendiletto gentilmente offerta dal Corriere della Sera di cui, essendo consigliera di Mediobanca, è azionista.
La nota giureconsulta di scuola arcoriana ignora che tutte le sentenze sono ad personam, nel senso che riguardano sempre una persona fisica o giuridica. Ma forse la signora pretende che, per condannare uno di Milano, i giudici condannino tutti i milanesi onde evitare sentenze ad personam. I suoi alti lai riguardano la sentenza della Corte d’appello di Milano che ha condannato la Fininvest (da lei presieduta) a risarcire la Cir con 564 milioni per averla scippata della Mondadori (da lei presieduta) con la celebre sentenza del giudice Metta, corrotto da Previti per conto di B.

mercoledì 5 ottobre 2011

Gatti, cani, uomini

Oggi pomeriggio.
Mia madre era seduta con delle amiche davanti casa, in compagnia della nostra cagnolina (cinque anni) e della nostra gatta (dodici anni). E' arrivato un cane ad infastidire la prima ma la seconda, più distante, si è avvicinata, l'ha allontanato e poi è andata ad annusarsi con l'amica.

Mezz'ora dopo.

Ero in auto su una circonvallazione, flusso continuo del traffico. Arrivo in prossimità di strisce pedonali e sul marciapiedi vedo una donna anziana che spinge la carrozzina di un vecchio decrepito: non mostra nessun segno di voler attraversare, guarda dall'altro lato e parla con qualcuno, la carrozzina NON è perpendicolare al marciapiedi. Arrivato con l'auto sulle strisce, questa si ricorda che voleva attraversare ed inizia a dire ad alta voce "ignorante, ignorante, ignorante". Accosto a destra e scendo per chiederle di spiegarmi. Un automobilista dietro di me: "eh, la signora ha ragione, bisogna stare attenti con i pedoni". Risalgo in auto e me ne vado.

Cotto e mangiato


C'era da immaginarselo. Tutti quei titoloni "Amanda e Raffaele", le dirette TV, le lacrime esibite, le sceneggiature improbabili scritte dalla Bongiorno, la scrittura creativa dell'Americana. Opinionisti mediatici ovunque, con i pubblici ministeri (l'accusa) costretti al silenzio.



Tutti ingredienti necessari per cucinare l'empatia.
Per Battisti, invece, è sufficiente il cognome.



Inutile precisare che la signorina Knox è stata condannata a tre anni per aver calunniato il signor Patrick Lumumba, scagionato dalla provvidenziale testimonianza di un cittadino svizzero. E sembra già che non le sia bastato: ora ci prova con una guardia carceraria.

Che fine ha fatto la gente seria?

Tale padre, tale figlia



Marina B. vuol punire i giudici del caso Mondadori
ESPOSTO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA E AL PROCURATORE GENERALE DELLA CASSAZIONE: “MANIPOLATA UNA SENTENZA”

di Antonella Mascali
Sulle orme del padre, scende in campo Marina Berlusconi. Invoca la punizione dei giudici di Milano che il 9 luglio hanno condannato la Fininvest, in appello, al pagamento di 560 milioni alla Cir per lo scippo della Mondadori, avvenuto grazie a una sentenza comprata nel ‘91. Ai magistrati contesta la manipolazione di una sentenza della Cassazione, per dare ragione al gruppo di Carlo De Benedetti.

IN QUALITÀ
di presidente della Fininvest, ha presentato un esposto al ministro della Giustizia, Nitto Palma e al procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, titolari dell’azione disciplinare.