domenica 26 febbraio 2006

Orson Welles, gli orologi a cucù e Google.

"In Italy for 30 years under the Borgias they had warfare, terror, murder, and bloodshed, but they produced Michelangelo, Leonardo da Vinci and the Renaissance. In Switzerland they had brotherly love—they had 500 years of democracy and peace, and what did that produce? The cuckoo clock."
"The Third Man" di Graham Greene

Tutto ciò nel 1949, con Welles nel ruolo di Harry Lime. Davanti alla telecamera, in veste di attore.
Questa fu l'unica frase dell'intero film non scritta dal regista.
Welles volle inserirla a tutti i costi, contro la volontà di Greene.


Come forse non tutti sanno, l'orologio a cucù è stata un'innovazione sviluppata da artigiani della Foresta Nera, in Germania, tra il 1740 ed il 1750.
Ancora oggi il centro della produzione continua ad essere l'area di Triberg im Schwarzwald e Neustadt, con un centinaio di fabbriche che realizzano l'intero orologio o soltanto parti di esso.

L'orologio a cucù viene erroneamente associato alla Svizzera, come accade nel film "Il Terzo Uomo". Negli USA questo probabilmente è dovuto ad una storia di Mark Twain in cui Lucerna viene descritta come la patria di tale invenzione.


Qualche settimana fa, in un forum, partecipavo ad una discussione avente come soggetto proprio la nazione elvetica.
Il solito provocatore di turno pensò bene di documentarsi velocemente su Google e se ne uscì, tronfio, con la citazione sopra riportata.
Era in italiano e veniva attribuita a Citizen Kane (Quarto Potere).

Caso vuole, infatti, che il motore ormai utilizzato da tutti fornisca come risultato della ricerca in lingua italiana questo grossolano errore.

mercoledì 22 febbraio 2006

Segni ...


Egli stesso è fatto a somiglianza dei segni. Lungo grafismo magro come una lettera, eccolo emerso direttamente dallo sbadiglio dei libri.
(M. Foucault - Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane.)

Chiacchiere da bar o discussioni d’accademia trovano il loro spazio in quelle che sono proiezioni imperfette, ma molto verosimili, della realtà. Quello che accade nella comunicazione verbale si ripropone sul piano della scrittura, in luoghi virtuali.

C'è chi esprime gratuitamente dei giudizi basandosi esclusivamente su poche frasi estrapolate da un contesto molto più generale.

Altri, da quel materiale incompleto, articolano concetti diametralmente opposti tra loro nel giro di pochi interventi, forse perché su pagine diverse o in spazi temporali non contigui.

Supponenza, ignoranza e superficialità espresse con poche frasi smozzicate o decine di righe mal composte.