giovedì 4 agosto 2011

Merlo, Brunetta, i corsari ed i kulaki

Segnalato da PPR











Incuriosito, sono andato a guardare la recensione. Si capisce subito che il libro non è stato letto per intero; ed anche il resto è stato sfogliato male. Ho confrontato i riferimenti del Ministro con quanto scritto dallo stesso Merlo nella 
prefazione alla propria opera.
Brunetta dimostra di non essere in grado di saper leggere e comprendere un testo elementare o di aver fatto il compitino svogliatamente.

E, tronfio, prova a vendere tale incapacità o superficialità per arguzia.
Misurandosi in un esercizio di sarcasmo che gli si ritorce contro, almeno agli occhi di chi non sia affetto da analfabetismo di ritorno.

E' anche vero, però, che alcuni si rivolgono da tempo ad una platea composta da "scolari delle medie, di quelli con il banco neppure tra le prime file" (cit.).
La cosa, quindi, potrebbe essere voluta e studiata: mai sottovalutare chi fa di tutto per apparire un cretino 
(Nota: Signor Ministro, ho espresso un dubbio, non una certezza), almeno fino a quando non viene investito del titolo da un suo pari.


Sorvolando sul resistibile "nascosto ma non celabile", riporto un paio di questi tuffi nel vuoto:

Ci sono anche passaggi d’impareggiabile soavità. Come può un socialista, si chiede stupito, trovarsi al fianco di Silvio Berlusconi? “E’ come se il capitano di una nave corsara si mettesse al servizio di un armatore”. Strepitoso e fantastico. Cosa crede che siano stati, i corsari? Esattamente capitani al servizio di un armatore, per la precisione della corona d’Inghilterra. Per questo erano “corsari”, altrimenti sarebbero stati “pirati”, e temo che al Merlo sfugga la differenza. Cose che capitano, specie se al posto dei libri di storia ci si è formati nell’educativa e rilassante visione della tv dei ragazzi: la nonna del corsaro nero.

da confrontare con
Brunetta era socialista di formazione, il che significa romanticismo e utopia, il luogo del risarcimento ideale e reale, la voglia di altrove che nel comunismo si coniugava con il partito, la disciplina e il cinismo, ma nel socialismo aveva l'imprinting dell'avventura e della fantasia.
Tutto questo in Brunetta è andato a male: la simpatia della statura e l'esemplarità della formazione. E certo c'è anche l'idea infelicissima di mettere il socialismo al servizio di Berlusconi. Non si può fare il socialista agli ordini di Berlusconi. E' come se il capitano di una nave corsara si mettesse al servizio di un armatore. Il corsaro cerca l'imprevisto, la creatività, il riscatto sociale, la libertà. L'armatore vuole la produttività, l'efficienza, il cartellino, l'orario, la gabbia e la punizione.


 e
La stessa formazione fumettistico-televisiva lo induce ad accomunare i precari ai kulaki, supponendo che io odi entrambi: laddove l’odio staliniano contro tali contadini era scatenato dal loro disporre di appezzamenti di terreno, quindi dal loro non essere precari. L’esatto contrario, insomma. Ma lasciamo perdere, veniamo al dunque.

da confrontare con

Brunetta è stato il governante più stalinista che l'Italia abbia mai avuto: ha messo la sua collera antropologica al servizio di un modello di società che è ordinata e giusta solo se è regolata dalla frusta. Ha trattato i temi dell'innovazione, del mercato, della flessibilità, dell'inefficienza nel pubblico impiego come se fossero materia di delinquenza sociale. 
E' legittimo sostenere, per esempio, che ci sono privilegi che spesso sono spacciati per conquiste sindacali. [...] Eppure le liberalizzazioni erano il sogno dell'elettore di centrodestra. Sono state uno dei tanti tradimenti del governo Berlusconi. 
E Brunetta, che pure ha strepitato sui grandi temi del mondo del lavoro, alla fine, nell'Italia dei raccomandati inetti, dai banchieri ai macellai, dai giornalisti ai tabaccai, dai pizzicagnoli ai notai, ha preferito ordinare lo sterminio dei precari come fossero kulaki.
Nel primo caso, quello dei corsari, il Signor Ministro cozza contro diversi scogli:

a) Con esattezza più rigorosa, secondo il "Vocabolario marino e militare" del Guglielmotti, per "corsaro" si intende non solo il capitano ma "Altresì il Bastimento, l'Equipaggio, e l'Armatore che, in tempo di guerra, forniti di patente governativa, si mettono contro i nemici, ne guastano il commercio, molestano i rivaggi, e costringono le armate a diversioni, a convogli, a penuria".

b) Ha pure voluto esser preciso indicando tutti i corsari come servitori della Corona inglese. Sono noti, invece, corsari quali Giuseppe Bavastro, gli Anconetani, qualche ottomano o, addirittura, Garibaldi in Sudamerica.

In buona sostanza, nel linguaggio comune un "corsaro" agisce al di fuori delle regole, mosso sia da interessi propri che da quelli di un'autorità sovrana che lo legittima attraverso una "lettera di corsa". Merlo si era spiegato con chiarezza ma per essere capito, forse, avrebbe dovuto fare l'esempio dello 007 al servizio della CIA e dell'agente Betulla, de Il Giornale ed Il Foglio, di Zurlo e Tramontano, e poi de La Repubblica, di D'Avanzo, de Il Fatto o di Travaglio. Quest'ultimo, in effetti, uomo di destra (non quella identificata dall'etichetta sbagliata oggi in Italia), incarna bene il ruolo del corsaro che viene dipinto come filibustiere.

Nel secondo caso, l'apparentamento tra precari e kulaki che il nostro imbastisce è, in maniera evidente agli orbi, senza senso.

Il Ministro è rimasto, lui sì, alla TV dei ragazzi, quella in bianco e nero, con due canali. O al bicchiere di gin della nonna Giovanna. Ha realizzato il bignami della recensione di una prefazione. Roba che neanche all'asilo. Indegno del ruolo che ricopre e delle invettive che sparge in giro con arroganza. E gliel'hanno pure pubblicato.


La storia, però, non finisce qui.
I corsari m'hanno riportato alla mente Salgari e, così, anch'io, seduto nel mio salotto, ho provato a volare con l'immaginazione.

Sono sul blog, suppongo personale, di Renato Brunetta e mi guardo intorno. E' realizzato con "Wordpress" e qualche plug-in, software distribuito con licenza GPL (General Public License). Non posso evitare di ricordare la lettera che quelli del "software libero" scrissero al Ministro quasi tre anni fa. Lettera che, in verità, non so se abbia ricevuto risposta. Ne avremmo avuto notizia, in qualche modo. Non ha risposto neanche a chi gli sollecitava un interessamento per l'abbattimento del "digital divide" e la promozione del tele-lavoro, mi pare. Lo farà, forse, quando non sarà più a Roma, nei ritagli di tempo tra un libro di cucina, un disegno ed un premio intitolato a sé stesso.


Il Ministro, ovviamente, come privato cittadino può fare come gli pare ma esistono un paio di formulette che molti altri al suo posto, soprattutto all'estero, seguono sempre: "dare il buon esempio" e "ragioni di opportunità".


E' vero che non si può controllare sempre tutto direttamente, esistono i segretari, i sottosegretari, gli autisti, gli uscieri, fino all'ultimo dei tecnici informatici. Uno dà le direttive, le linee guida, poi ci pensano loro.

Il GPL non sarà stato mica scelto per risparmiare, farà parte di un pacchetto "chiavi in mano", inutile sottilizzare.


Vediamo, allora, questo pacchetto e sottilizziamo.
Scorro la pagina e in basso a sinistra leggo "Server Studio Web Marketing e Design"; a destra, invece, "Spin Web Edition".
I primi con sedi a Palermo e Bologna, i secondi di Roma.
Nella capitale il Direttore Generale è Ambrogio Crespi, fratello del sondaggista. Che male c'è? Niente, ma continuo col "gossip" e scorro le liste dei clienti, stranamente con molti nomi in comune:
Bobo Craxi, Renzo Bossi, Ombretta Colli, David Parenzo, Francesco Storace, Gabriella Carlucci, Gianfranco Miccichè, La Destra News, Mara Carfagna, Nello Musumeci, Pierluigi Diaco, Teodoro Buontempo, Diego Cammarata, Paolo Liguori, Enrico Boselli, Generazione Italia, Socialist, Rita Bernardini, FLI (Bocchino ed altri), Eleonora Daniele.


Come direbbe Renato Brunetta, niente di illecito ma neppure di conveniente.
Ma si sa, quello che conta è la derivata seconda, e la posizione del f(l)esso.


1 commento:

  1. Quello che rovina gran parte degli uomini politici d'oggi, e non solo, è il pressapochismo con cui trattano tutto.
    Anche loro stessi.
    Superficialità congenita.
    Cambia sfogliato con svogliato.
    Pensano di sapere.
    E più che non sapere non pensano.


    P.S. Il finale sull'analisi è un cammeo meraviglioso.
    P.P.S Debbo informarmi sulla storia di Wordpress&Brunetta,non ne so quasi nulla.

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