giovedì 25 agosto 2011

Le ricchezze del Sahara libico


Tutto ebbe inizio nel 1926, con il geologo Ardito Desio. La Società Geografica Italiana gli affidò l'esplorazione dell'oasi di Giarabub, all'interno del Sahara libico. I risultati furono raccolti nella pubblicazione di quattro volumi. Negli anni '30, su incarico dell'Accademia D'Italia, presieduta da G. Marconi, proseguì le sue esplorazioni e nel 1938 estrasse i primi litri di petrolio. In realtà, l'interesse era soprattutto per le falde acquifere artesiane che consentissero l'irrigazione ed una nuova vita per quelle zone desertiche.

Non fu subito compresa la straordinaria natura dei giacimenti libici e sotto l'amministrazione italiana non si ebbe nessuna estrazione a fini commerciali. Lo sviluppo di un programma di ricerche petrolifere, con il concorso dell'AGIP, fu interrotto dalla guerra e ripreso vent'anni dopo dagli Americani (ESSO). La produzione cominciò nel 1961 ed in poco tempo fece della Libia uno dei maggiori esportatori mondiali.


Quello libico, però, non è petrolio come tanti altri. Si tratta di "sweet light crude", a basso contenuto di zolfo, particolarmente appetibile per le raffinerie europee, soggette a limiti severi sui carburanti. Un decimo delle riserve mondiali di "sweet light" è nascosto sotto il Sahara.


(Cliccare per ingrandire)
Molti osservatori europei si preoccupano del petrolio e del gas, degli approvvigionamenti e dei prezzi di mercato; ma si tratta di preoccupazioni poco significative. Di gas ce n'è fin troppo sul mercato, l'offerta è maggiore della domanda e gli operatori internazionali sono ben contenti che ci sia una diminuzione del prodotto. Per il petrolio è diverso, ma quello libico è uno dei peggiori per qualità e comunque rappresenta meno del 2 per cento dell'offerta mondiale. (E. Scalfari, QUI)
Incredibilmente, o forse no, uno dei maggiori quotidiani italiani fa questo tipo di disinformazione.
Al contrario, il Financial Times spiega molto chiaramente le cose, in particolare riferendosi all'Europa ed alle sue necessità immediate.
E non finisce qui.
Un'altra risorsa che sta divenendo scarsa per gli abitanti di questo pianeta è l'acqua. Vitale più del petrolio, dell'oro o qualsiasi altra gemma, ovviamente. Le grandi riserve si trovano in Europa occidentale, Canada, Stati Uniti e Brasile. Pochi sanno, però, degli immensi giacimenti conservati sotto il Sahara. Un tesoro di acqua potabile purissima. Anche questa, come il petrolio, una risorsa fossile non rinnovabile, formatasi nel corso di quaranta millenni.
Con quella che ha voluto definire "Ottava Meraviglia Del Mondo" (The Great Man-Made River Project), Gheddafi ha portato quest'acqua alle città della costa.


Per approfondimenti: QUI e QUI


In quarant'anni Gheddafi ha cambiato il volto del proprio Paese ed il destino di un popolo. Nel periodo durante il quale è stato isolato dalla comunità internazionale, il petrolio libico non è stato svenduto come, invece, accaduto altrove. Le compagnie straniere hanno sottoscritto accordi vantaggiosi per la Libia al contrario, ad esempio, di quanto avviene sotto i nostri occhi in Sicilia o Lucania. Il denaro ottenuto è stato reinvestito in grandi opere, l'innalzamento del benessere della popolazione locale e di due milioni di immigrati dai Paesi confinanti. Non un centesimo chiesto in prestito alle banche straniere.


Aggiornamento
I "progetti verdi" di Gheddafi: QUI e QUI

6 commenti:

  1. Ancorchè impresentabile, il Colonnello è stato davvero una spina nel fianco della comunità degli stati 'Occidentali'.
    Se si assisterà alla spoliazione della Libia, allora vorrà proprio dire che siamo dalla parte del male.

    Ci vorrebbe così tanto a creare un mercato comune mediterraneo?

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  2. Gheddafi ha messo a nudo tante ipocrisie del mondo "occidentale". Quello a cui si sta assistendo, per modo di dire, in questi giorni è scandaloso. Informazione negata ed imposta ad arte (mediocre).

    E poi, sostituiscono un "pecoraio" con un "vice pecoraio"? Per derubarlo meglio?

    "Berlusconi sblocca tot miliardi", come se fossero i suoi.

    "ENI anticipa tot, che poi si rifarà con gli idrocarburi". Grazie, gentilissimi.

    L'Italia avrebbe dovuto guardare più a sud che a nord, invece no. I terroni di qua, i negri di là.

    Credo che siamo capitati nel periodo storico giusto, quello che ci permetterà di soddisfare la curiosità di vedere come andrà a finire.

    Se un militare libico oggi facesse fuori Sarkò o Berlù sarebbe da considerarsi come un'azione di guerra oppure terrorismo?

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  3. La cosa che mi infastidisce sono le spartizioni a mo' di colonialisti.
    E nessuno che ci spenda più di due parole.
    Questi sono i paesi civili.


    A parte questo trovo avvilente la nostra politica estera.
    Senza meta, senza guida.
    In balia di ciò che decidono gli altri.
    Capisco che la politica sia anche l'arte di far conciliare posizioni diverse, ma come classificare il non avercela per nulla?

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  4. Beh, con Frattini ti ridono dietro anche su Marte. Ai tempi di Andreotti almeno salvavamo un po' la faccia agli occhi dei boccaloni.

    E ripensandoci, non so cosa sia meglio.
    Un Cristo del Mantegna o quello di Sanmartino?

    (Devo farci un post, non rubarmelo)

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  5. Io non so come l'abbia scelto come ministro degli Esteri.
    Forse il metro è stato 'il più innocuo'.

    Ok, ok.
    Te ne preannuncio uno sul Tiepolo, però, più avanti.

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  6. There is one more treasure in the Libyan desert. It is the famous yellow colored Libyan desert glass which appears to be of meteoric impact origin. Try an internet search on Libyan desert glass and see if you can figure out its orgins. Lew

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