sabato 15 ottobre 2011

La Qultura ai tempi di Gogol




Roba che difficilmente passerebbe le selezioni per la pubblicazione sul giornalino di una scuola elementare.


Per chi si fosse perso questo suo "articolo", Matteo Mion oggi su Libero prova ancora a raccontarci la sua. Vi propongo il suo ultimo componimento senza ulteriori commenti, certo che il mondo visto da una "destra" come questa appaia davvero sfocato.


Google non sbaglia: se scrivi riforme esce il nome del Cav
di Matteo Mion (Libero, 15 ottobre 2011)
Non c’è che dire: a destra stiamo messi male, anzi peggio. Il Cav barcolla sotto i colpi democristiani di Tremonti e Scajola. Nella Lega ci si scanna che è un piacere. Il tunnel imboccato sembra più lungo di quello gelminiano tra Ginevra e il Gran Sasso. Lo scoramento e il distacco dalla politica sono i sentimenti che animano gli elettori. Basta però un occhio a sinistra ed ecco d’un tratto che Silvio ci torna in grazia.

Pensare che Vendola, Di Pietro e Bersani coadiuvati dalle elucubrazioni economiche di soggetti quali Landini e la Camusso possano traghettarci fuori dalle secche della crisi è pura follia. Certo la balena bianca sta riorganizzando le fila trasversalmente in Parlamento e il parroco laico della nostra malandata nazione, don Napolitano, non vede l’ora di realizzare il neo compromesso storico allargato a chiunque si professi anti-berlusconiano. Tutti dentro dagli ex fascisti a vecchi e nuovi comunisti sino a Casini e dipietristi con la benedizione di Marcegaglia e Palamara: tutti insieme ad auspicare un nuovo ribaltone. Che non va bene se lo fa Berlusconi, mentre è costituzionalmente ineccepibile, se a realizzarlo è la sinistra e i suoi alleati.
Un po’ come Scilipoti ottimo deputato finchè militava nell’Idv e votava contro Silvio, demonio nazionale da quando ha osato accordare fiducia all’esecutivo di centrodestra. In un quadro così desolante non rimane che aggrapparsi alla rete e consultare il motore di ricerca google, digitando il vocabolo “riforme”: il vostro computer a fianco scriverà Berlusconi. Già proprio così, cara sinistra, rimarrai certamente delusa dalla rete che tanto ti sta a cuore. Non Prodi, non D’Alema o qualche altro papavero mezzo rosso o mezzo crociato, ma proprio lui l’odiato Cavaliere. Pare proprio che anche google si sia iscritto al gruppo dei Responsabili e, come uno Scilipoti qualsiasi, riconosca questa tremenda verità: le poche riforme degne di nota di questo paese le ha fatte proprio Silvio. Anche internet si è tramutato d’improvviso in “servo libero” del Cavaliere. Di sinistra alla parola riforme nemmeno una traccia: solo comici che aspirano a trasferire il loro divertimento in Parlamento, centinaia di sermoni di Frà Travaglio, e una pioggia di intercettazioni per le masturbazioni mentali dei blogger rossi.
Certo non possiamo negare che avremmo desiderato che il Cavaliere rivoltasse l’Italia come un calzino: a casa stipendiati pubblici dal posto sicuro, tagli alla politica a cominciare dalle province, riforma delle pensioni e della giustizia. Seppur latitante su questi e altri provvedimenti, alla voce riforme primeggia pur sempre il Cavaliere e anche il più importante motore di ricerca mondiale gliene rende omaggio. In faccia a una sinistra che vuole abbattere il governo, ma non è nemmeno in grado di imbastire un’opposizione decente ed è costretta a sperare nella crisi economica, nelle procure e negli Scajola pur di vedere realizzato il sogno proibito di vedere defenestrato il Premier. Alla parola riforme google, oltre a Berlusconi, interlinea i Gracchi dell’antica Roma. L’alternativa informatica al Cavaliere pare abbia duemila anni e non sarebbe male che la sinistra s’ispirasse ai Gracchi piuttosto che a Di Pietro. Altrimenti a forza Vendola sia noi che internet continueremo a preferire forza Gnocca… www.matteomion.com

10 commenti:

  1. Qualcuno gli spieghi come google indicizza le notizie.
    Diceva mio nonno: volevamo vincere la guerra con questa gente?
    La guerra no, ma almeno riuscire a non farci ridere appresso sarebbe già un bel risultato.

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  2. Ero certo (forse di più) di questo tuo commento.

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  3. Sono così prevedibile?
    Comincio a preoccuparmi, va'.

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  4. E mica t'ho detto che sei prevedibilmente una cretina. LOL

    Era nu' cumpliment' !!!

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  5. Ma dai, non prendermi troppo sul serio quando faccio così =D

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  6. LOL
    E mica l'ho fatto mai.

    Non dirmi che suoni pure la chitarra ...

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  7. Piano.
    Pigrissimamente la chitarra preferisco ascoltarla.

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  8. Ero indeciso tra i due, in effetti.
    E quindi c'ho preso.

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  9. Ah, ho capito.
    Ci prendi anche quando non c'hai preso, insomma.

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  10. Se non fosse stato per Knopfler c'avrei preso in pieno.

    Le condizioni al contorno erano quelle, signori'.

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