giovedì 23 febbraio 2012

"Non per razzismo"

«Eintritt für Italiener verboten!».Quel famosissimo cartello appiccicato all’entrata d’un ristorante di Saarbrücken, tradotto e rafforzato nella nostra lingua («Proibito “rigorosamente” l’ingresso agli italiani!») perché tutti capissero, è una ferita che sanguina ancora tra i nostri emigrati in Germania. Non sappiamo chi fosse il razzista padrone di quella trattoria. Forse, chissà, era un immigrato danese, russo o polacco arrivato qualche anno prima. Nessuno stupore. Così come non può stupire che il cartello piazzato in una vetrina di Vicenza con scritto «Vietato entrare ai zingari» sia stato messo lì da Fatima Mechal, un’immigrata marocchina. È andata quasi sempre così, nella storia delle emigrazioni: quelli che stavano all’ultimo gradino della scala sociale, appena riescono a salire sul penultimo si voltano e sputano su chi ha preso il loro posto. [...] (Gian Antonio Stella)

Un cartello con la scritta "vietato l'ingresso ai ladri" che si riferisse a tutti sarebbe stato meglio? Certamente nessuno c'avrebbe fatto caso.


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Finché avremo giornalisti (?) come Garzillo (Libero, 23 febbraio 2012) che si esibiscono in articoli come questo, dal tono sfacciatamente razzista, anche l'ultimo arrivato non vedrà l'ora di poter passare dalla parte di chi ha il potere di escludere.

6 commenti:

  1. La vicenda aveva turbato anche me. Infatti avevo lasciato, in un altro sito che riportava la notizia il seguente commento:

    "Quindi le persone sprezzanti delle regole e maleducate, ma che hanno fissa dimora (i leghisti, ad esempio), sono le benvenute?
    Non dovrebbero essere fastidiose e dannose per l'esercizio in egual misura?
    "

    Che volentieri ribadisco.

    Maria.

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    1. Ho aggiornato il post con il riferimento ad un articolo pubblicato da Libero. Leghisti ed altri come loro offrono il pretesto all'elaborazione della "morale dello schiavo".

      Mi ritrovo nel tuo commento.

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    2. Diciamo che il giornalista in questione appartiene anch'egli alla categoria dei soggetti da tenere a distanza pur non essendo nomadi.

      Maria.

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  2. posso chiedere, a tutti coloro i quali che criticano il cartello, in che zona o quartiere abitano? perchè è facile scandalizzarsi di chi cerca di evitare gli zingari se si vive lontani da loro!

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  3. giusto x chiarire: ad esempio, 2 gg. fa ho abbandonato schifiato il punto internet in cui mi trovavo perchè 4 zingari sono entrati ed in un quarto d'ora non hanno fatto altro che fare rumori, metersi a guardare la posta di chi era ai PCchiedere soldi, importunare le persone... se vi fanno simpatia, accoglieteveli a casa vostra, educateli -a vs. spese- a comportarsi piu o meno civilmente; e poi se ne riparlerebbe...

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    1. Parli di civiltà.

      E' proprio la civiltà che chiede a quanti vogliano far parte di una SOCIETA' dei piccoli sforzi che riescano a distinguerci dalle bestie.

      Se TU puzzi, rubi, ammazzi, mi stai antipatico... IO devo limitare il giudizio alla TUA persona, senza estenderlo ai tuoi familiari, ai tuoi condomini, ai tuoi concittadini ... a quelli con lo stesso tuo naso o gli stessi tuoi occhi.

      In modo che QUELLI, venendo a contatto con me, debbano preoccuparsi di non esser ladri e NON del colore della pelle, degli occhi o del passaporto.

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