martedì 7 febbraio 2012

"I ridicoli pupazzi del camerata"


Gianni Alemanno in piazza delle Medaglie d’Oro, pronto alla distribuzione di pale e ... sale fino da cucina (FOTO OMNIROMA)

di Pino Corrias
IL CUPO SINDACO Benito Alemanno, figlio della vernice nera che da mezzo secolo imbratta i muri di Roma, non è riuscito a spezzare le reni alla neve. Come il suo augusto predecessore di Predappio, ha finto di credere che le guarnigioni erano pronte all’assalto della bianca visitatrice con le scarpe, la pala, il raschietto, e che nei depositi di un qualche fronte interno esistevano per davvero i mitici “250 spazzaneve !” con i motori pronti a ruggire sulla tempesta siberiana, cioè bolscevica, per spazzarla via. I suoi migliori collaboratori – scelti tra i camerati più arditi, compresa la mitica sorella – sono stati sguinzagliati come incursori agli incroci per spargere il sale credendolo un antidoto preventivo al ghiaccio, da versare quando ancora piove, direttamente nell’acqua, come fa ogni giorno la signora Rauti quando nella fureria domestica bolle l’acqua per la pasta e alte si alzano le note di “Giarabub”. La farsesca incompetenza è diventata tragedia. Alle maledizioni dei romani imprigionati, il sindaco ha risposto con l’insolenza dei narcisisti e le scuse dei bambini. Perché neanche immagina la differenza che passa tra la serietà della neve fresca e i suoi ridicoli pupazzi. (Il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2012)
“Ahò l’arberi de Roma so’ sfaticati come i romani. Come vedono la neve se butteno per tera...” (Walter Chiari in una sua gag)

Dietro all'evidente incompetenza la maratona televisiva alla quale si è sottoposto Alemanno in questi giorni nasconde il tentativo di azzoppare la figura di Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, per ora, ma anche uno dei migliori candidati naturali alla guida della Polizia, quando Manganelli dovesse concludere il suo mandato.
Gabrielli, oggi a capo della struttura emergenziale di Palazzo Chigi, infatti, viene dalla Polizia, e ha bruciato le tappe della sua carriera partendo giovanissimo dai ranghi dell’antiterrorismo e distinguendosi per il suo stile. È colto, stimato, molto serio, poco incline al protagonismo: come primo atto ha dimesso le pagliacciate e i maglioncini alla Guido Bertolaso: non parla da politico e non si schiera. E allora, visto che il centrodestra non fa mistero di considerare più affine la nomination del prefetto Giuseppe Pecoraro, ecco che la piccola contesa si innesta su una partita più grande in cui l’ex numero uno di via Arenula, Alfano, sottoscrive volentieri un fuoco di sbarramento contro il “giovane” servitore delle istituzioni. E in cui il ministro Annamaria Cancellieri finisce per coprire le spalle di Gabrielli: “Per legge il responsabile della Protezione civile è il sindaco”.
Un bello schiaffo, per Alemanno, che ancora ieri negava questa evidenza: “È più complessa la questione... ci sono responsabilità differenziate”. (Luca Telese)

Aggiornamento
"L'armata brancaleone di Gianni" di E. Fittipaldi

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