La sera del 26 dicembre RAI 2 ha trasmesso per la prima volta in televisione "Earth - La nostra terra", il documentario realizzato nel 2007 da Disneynature.
Il film è stato girato totalmente in alta definizione con l’ausilio del 35mm e delle più avanzate tecniche di ripresa. Una produzione immensa che ha toccato oltre 200 differenti set in 26 nazioni diverse con lo spiegamento di oltre 40 troupe specializzate che hanno realizzato, in 5 anni, 1000 ore di riprese e 250 giorni di riprese aeree.
Ebbene, tra tanta "immensità", quelli della Disney - mica i nazisti dell'Illinois - non hanno trovato i mezzi necessari per non lasciare quell'orso morire di fame dopo averlo filmato agonizzante.
In Italia, poi, hanno aggiunto l'aggravante di aver scelto Paolo Bonolis come voce narrante e la presentazione televisiva di quel Kazzenger (cit.) di Giacobbo. Il primo procura il classico "latte alle ginocchia", con una dizione fatta in casa, monocorde, oppiacea; il secondo incommentabile, come sempre.
Ha fatto sapere di voler esser lasciato in pace, ritenendo di non aver compiuto niente di eroico o eccezionale. Il Commissario Tecnico della Nazionale di calcio, invece, per tutta risposta, ha pensato bene di convocarlo per uno dei prossimi appuntamenti, come buon esempio per il Paese.
Che esempio? In Italia gli onesti sono così pochi da poter trovare posto, come ospiti, su un rettangolo verde grande meno di un ettaro?
Mi auguro che il Signor Farina rifiuti con sdegno non solo questa convocazione sportiva ma soprattutto quelle politiche che certamente seguiranno.
Il ministro (hi-tech) per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio e Cavaliere di III classe dell’Ordine di Radonez, non ha dubbi. Per favorire sviluppo e crescita bisogna investire sui figli dei rom (comunemente chiamati zingarelli e zingarelle), sulla loro scolarizzazione. (Continua QUI)
Il signor giornalista esegue certamente degli ordini dettati da una linea editoriale che ha come obiettivo la coltivazione dell'odio e del risentimento nei confronti di chi ha appena annullato il "Beauty contest" che avrebbe regalato le frequenze televisive alle aziende del padrone.
Il signor giornalista non trova di meglio che scrivere di uomini come lui come se fossero dei cani rognosi. Il signor giornalista non accenna a fondi comunitari destinati proprio all'integrazione e spesso inutilizzati per volontà del governo guidato dal suo padrone. Il signor giornalista fa schifo, molto.
di Fabio Sindici L’infinito ritrovato. Sono parole, linee, diagrammi sbiaditi, che affiorano dalla pergamena rovinata di un palinsesto. «Eppure, se si guarda al loro significato, emanano una luce profonda, quasi ipnotica» afferma Reviel Netz, professore di filosofia e studi classici all’università americana di Stanford. La luce è quella della mente di Archimede, il grande matematico e fisico vissuto nella Siracusa del III secolo avanti Cristo. Alle prese, qui, con l’idea d’infinito assoluto, fino a oggi considerata estranea alla geometria come alla filosofia greca. Netz è uno degli studiosi che hanno lavorato al recupero e all’interpretazione del celebre «Codice di Archimede», depositato nel 1999 al Walters Art Museum di Baltimora da un anonimo collezionista che lo aveva acquistato l’anno prima a un’asta di Christie’s. Un team multi-disciplinare - in cui storici della matematica hanno collaborato con scienziati spaziali, esperti di conservazione libraria con filologi classici - ha esplorato il manoscritto per dodici anni. Il risultato di questa avventura intellettuale è stato allestito al Walters nella mostra «Lost & Found: The secrets of Archimedes» (Perduti e trovati: i segreti di Archimede, fino al 1° gennaio).
Gregoretti e la carriera svagata: “Ma eravamo bravi”
di Silvia Truzzi
Come antipasto recita la voce severa del papà ingegnere, impegnato in gravi reprimende verso il figlio flaneur. Ugo Gregoretti, 81 primavere portate a spasso con invidiabile leggerezza, è uno spot contro l’ipocrisia, il buonismo, la falsa modestia. Il piatto forte di oggi è la Rai: “Mi fecero assumere in un periodo in cui c’era il blocco delle assunzioni. E mica era come adesso, che lo aggirano e se ne fregano. L’Italia era più seria”.
Allora è vero che è entrato in Rai grazie a una raccomandazione. Avevo cambiato tre facoltà universitarie, facendo disperare i miei genitori. Ero un bellimbusto che viveva a Napoli pur essendo romano: un grazioso sfaccendato. M’iscrissi ad Architettura perché amavo la storia dell’arte. Ma quando si approssimarono gli esami veri, tipo Geometria, me la filai. Reazioni in casa? Sdegnate. Una mattina entrai nella camera dei miei, seguito dal cane al quale era proibito entrare. Era un alano femmina, si chiamava Ninotchka.
Devo ammetterlo: questa associazione di "idee" a me, ieri, proprio non era venuta. Credo che con questa prima pagina Libero abbia davvero toccato il fondo. Fossi al posto del Chiarissimo Professore Monti, li manderei già da domani a chiedere finanziamenti per l'editoria alle uscite della metropolitana. Ad una scenetta simile, però, ho pensato spesso con l'ex PdC: uno che passa velocemente da stati di torpore profondo a quelli di incontenibile eccitazione, con un chiodo fisso in testa. Malato, come ha denunciato la sua seconda moglie.
Ci sono un leghista ed un pdellino, Gianluca Pini e Paolo Romani. Pini è quello che in TV va vestito bene dal collo all'ombelico; Romani è quello di Colpo Grosso e del "Beauty Contest" sulle frequenze televisive. Il primo chiede alla "signorina Marcegaglia" di spiegargli qualcosa, poi si corregge con un "signora, non lo sapevo". L'altro, elegantissimo, aggiunge: "è giovane ma è sposata".
«Ricomporre tutte le componenti del Pdl»: è questo l’obiettivo cui deve puntare il partito secondo Fabrizio Cicchitto che punta il dito contro «le forze editoriali ma anche religiose che puntano a scomporre il quadro politico per ricomporlo in forme imprevedibili e inquietanti. Il partito non può essere condotto chissà dove da iniziative individuali giornalistiche. Non dobbiamo genufletterci a Giuliano Ferrara».
La fine del PDL mi sembra tracciata, ormai. L'ha capito da tempo pure l'ex comunista sbarcato a San Pietro. L'ex socialista, invece, prova a pestare i piedi e non corre a confessarsi e comunicarsi. Morirà senza il conforto di un prete.
L'ultima di Brunetta Come presidente il sindaco che l’ha sposato. In consiglio uomini nei guai con la giustizia. Costi: 4,5 milioni l’anno. Ecco il Formez-bis voluto dal ministro DI ANGELA CAMUSO Ci sono buoni intenti e pessimi risultati. Con iniziative che dovrebbero rendere razionale la macchina pubblica e invece si trasformano in ulteriori mangiatoie di denaro. E la vicenda dei due Formez appare il simbolo di questi paradossi, anche perché nasce dalla volontà di Renato Brunetta, che della guerra agli sprechi ha fatto il suo slogan. Il Formez è uno storico ente di formazione e selezione del personale pubblico impegnato soprattutto nel Mezzogiorno e diventato spesso sinonimo di carrozzone clientelare. Tre anni fa il ministro castigafannulloni ha deciso di creare un suo clone, Formez Italia, una spa che avrebbe dovuto svolgere la stessa missione ma con criteri privatistici: una botta di efficienza per risollevare il Sud dalla sua indolenza.
[...]Allo scopo di accelerare e semplificare le procedure di dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato all’estero, la vendita dei cespiti individuati nel piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato ubicato all’estero ai sensi dell’articolo 1, comma 1311 e 1312, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è effettuata mediante trattativa privata, salve comprovate esigenze, anche in deroga al parere della Commissione Immobili del Ministero degli Affari Esteri di cui all'articolo 80 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967 n. 18. La stima del valore di mercato dei beni di cui al presente comma può essere effettuata anche avvalendosi di soggetti competenti nel luogo dove è ubicato l’immobile oggetto della vendita. (Emendamenti a disegno di legge, 9/11/2011 :QUI)
Non solo non ci stanno ma, in attesa di trovare dei calzini color turchese, ci deliziano con articoli (?) come questo.
Padre Umberto Libralato, compagno di banco di Mario Monti al Leone XIII, lo storico liceo dei gesuiti frequentato dalla buona borghesia milanese, non resiste alla tentazione di un'intervista. Ne viene fuori un imbranato secchione, cripto comunista e bugiardo. Tipica carità cristiana.
Il sabato sera non gli è piaciuto proprio. Non hanno digerito i canti ed i festeggiamenti. La macchina del capo, nonostante i buchi nella gomma, prova a rimettersi in moto e convoca in piazza questi ragazzotti che, come con "er pelliccia", inviterei ad identificare, intervistare, interrogare. Le prime pagine di Libero ed Il Giornale sono disponibili QUI e QUI.
Sta tuonando contro la “lobby delle banche”, contro i “mercenari e i delinquenti” che da oggi governeranno l’Italia. Domenico Scilipoti è fuori di sé. Il presidente della Camera Gianfranco Fini lo ferma: “Onorevole, il suo tempo è scaduto”. E gli spegne il microfono. Scilipoti rimane a urlare, senza audio. Improvvisa un cartello con su scritto "VERGOGNA FINI". Ma Fini se la ride.
La grafia è quella di un bambino di dieci anni. Il contenuto è quello di un bambino che a dieci anni già parlava agli uomini di domani. Il suo nome è Antonio Gramsci. Questo è il suo tema di italiano all’esame di quarta elementare: “Se un tuo compagno benestante e molto intelligente ti avesse espresso il proposito di abbandonare gli studi, che cosa gli risponderesti?". Scuola elementare di Ghilarza, 15 luglio 1903. Non si può che restare colpiti da un maestro che chiede a dei bambini di affrontare un argomento così centrale per una società giusta e uguale: il diritto allo studio che nel 1948 diverrà un diritto sancito dalla Carta costituzionale, oggi così discussa. Ma non solo: lo studio come forma più alta della libertà di un individuo a prescindere dalle sue condizioni economiche. Non è il denaro, che la modernità ha posto al centro della vita di relazione e neppure lo sfarzo che ne deriva, per il piccolo Gramsci, a garantire un futuro onorato e dignitoso. IL SOLO strumento per combattere l’ingiustizia sociale è la cultura. La conoscenza, perché chi non conosce non sceglie e chi non sceglie non è una persona capace di esercitare a pieno il suo compito di cittadino attivo. Più o meno le stesse cose rivendicate dagli studenti scesi in piazza contro la Riforma Gelmini, per una scuola pubblica di tutti e per tutti. Ma veniamo al tema. Antonio Gramsci si rivolge all’ipotetico amico che chiama Giovanni per fargli sapere: “Quanti ragazzi poveri ti invidiano, loro che avrebbero voglia di studiare, ma a cui Dio non ha dato il necessario, non solo per studiare, ma molte volte, neanche per sfamarsi. Io li vedo dalla mia finestra, con che occhi guardano i ragazzi che passano con la cartella a tracolla, loro che non possono andare che alla scuola serale”.
Corrado ed i Vianello sono morti e sepolti. Bongiorno è morto soltanto. La Zanicchi, dopo averlo provato, è ancora viva ma sembra sepolta. Emilio Fede, per ora, è l'unico disposto a fargli compagnia nella tomba.
E' nel ventre della balena che il burattino bugiardo Pinocchio rincontra il suo creatore, Geppetto. E' lì che finisce molta spazzatura inghiottita come se fosse cibo. GabriellaCarlucci lascia il PDL ed approda all'UDC, il partito del suo primo padrino a Roma. Preti, suore, beghine e begardi presidiano la televisione. Pisanu abbraccia Fini e Casini. Paolo Cirino Pomicino, terminati i Pater Noster e le Ave Maria di penitenza, vecchio e paziente come Giobbe, non ha più bisogno dell'alias "Geronimo" ed i due giornaletti sui quali scriveva cominciano, seppur timidamente, a mazzolarlo.
Il Piano Marshall si completa. Dopo aver prestato denaro al Nord del Paese, quando i debiti coincidono con il valore delle proprietà, inviano gli esattori, anche al Sud. Inflessibili come la Banca dei Borbone.
"Chiacchiere e tabacchere e' lignammo' o' Banco 'e Napule nun ne 'mpegna!"
Una Democrazia Cristiana. Burattinai: lo zio Sam, San Pietro, il FMI e la BCE.
P.S. Magdi Cristiano ex Maomettano Allam, tanto per cambiare, non c'ha capito niente. Oggi scrive di"sinistra che fucila l'Italia alla schiena".
IL METEOROLOGO Danni quasi inevitabili in condizioni così estreme A cura di Luca Mercalli
I fenomeni di queste settimane sono davvero una novità? Segnano un cambiamento per l'Italia? Su Genova venerdì sono caduti 400 mm di pioggia, in gran parte concentrati in quattro ore: una quantità straordinaria che tuttavia non è un record assoluto, si era già vista il 27 settembre 1992, o il 7-8 ottobre 1970, quando a Bolzaneto si misurarono 948 mm in 24 ore. Impressiona però la frequenza con cui episodi di questo tipo si manifestano. Sembra delinearsi una tendenza all’incremento delle piogge violente, probabile effetto del riscaldamento globale, situazione peraltro prospettata dai modelli di previsione climatica.
Crosetto alla giornalista: “Tu non sei spogliabile”
IL SOTTOSEGRETARIO A OMNIBUS (LA7) OFFENDE ANTONELLA RAMPINO DELLA STAMPA, CHE LASCIA LA TRASMISSIONE
di Sandra Amurri
Omnibus, programma mattutino di La7, si discute di crisi. Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto del Pdl termina il suo intervento. Francesco Boccia del Pd lo ricopre di complimenti: “Sei una persona intellettualmente onesta, uno dei pochi politici di qualità”. La parola ad Antonella Rampino giornalista della Stampa che spiega come il governo non sia in grado di affrontare la crisi.
Crosetto la interrompe con un “brava si può candidare alla Camera”. La collega ricorda di essere una giornalista e che il centrodestra candida le spogliarelliste di Berlusconi. Pubblicità.
Crosetto si alza le si avvicina e le fa dono dell’essenza del maschilismo: “La verità è che tu non sei spogliabile da nessuno, lo dirò quando riprenderà il dibattito”. La Rampino sfida il suo coraggio invitandolo a farlo.
Volgare, approssimativo, riciclato, ammiccante, populista. Utilizza mezzi nuovi con intenti antichi. Sedie scomode e scenografia austera. Offerta che si adatta alla domanda. Nessuna innovazione sostanziale. Dopo aver schivato l'ennesimo pugno nell'occhio del calzolaio che gira il mondo ed i grandi consigli di amministrazione ma che si veste ed agghinda con gli avanzi di Postal Market, m'è venuto sonno. Santoro è uno che segue la corrente, non gli interessa scavare, spianare, sudare. Una trota anche lui, quando occorrerebbe un salmone.
Renzinvest di Marco Travaglio Tutti (si fa per dire) si domandano perché Renzi abbia scelto proprio Giorgio Goricome regista dell’operazione Leopolda ed estensore delle sue Cento Idee e perché abbia scelto proprio Martina Mondadori per dire “Matteo tocca a te, ti vogliamo presidente del Consiglio”. Ma forse la domanda va rovesciata: perché Gori e la Mondadori hanno scelto proprio Renzi? Evidentemente perché lo sentono familiare. E per capire il motivo basta leggere le biografie dei due ex berluschini folgorati sulla via di Firenze (che presto, visto il super-ego del suo sindaco, verrà ribattezzata “Firenzi”). Giorgio Gori viene da Bergamo. Da giovane bazzicava gruppi di destra, poi negli anni 80 fu adocchiato da Craxi e divenne craxiano. Dunque dirigente del gruppo Fininvest, dove se non eri craxiano non ti si filava nessuno.
«Mi hanno gridato "sei un venduto, con tutti i soldi che ti dà Berlusconi" (Video) e io gli ho risposto che in realtà sono io a far guadagnare soldi a lui con i miei libri».
Libri così interessanti che si fanno pubblicità da soli, con il passaparola. Vorrei proprio leggerli i contratti con l'editore, per vedere com'è pagato e come sono considerate le marchette Urbi et Orbi.
Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (Firenze, 1 gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) Matteo Renzi, un babbeo con la faccia da babbeo (Firenze, 11 gennaio 1975 - ?)
Seduto dietro ad un cesto di frutta finta ed utilizzando un vecchio microfono, Renzi esalta Jobs e Marchionne mentre chatta con un computer Apple. Fanno parte della scenografia anche un frigorifero e tanti libri che sanno di antico, che il giovane arrogante non apre mai.
Un ometto che ha studiato da "berlusconista" e che punta sugli stessi mezzi riadattati al tempo. Uno che si crede giovane a chiacchiere, come se la giovinezza fosse prova di qualcosa. Uno che non è capace neppure di mettersi in posa per qualche secondo, su una sedia di plastica.
Ad applaudirlo ci sono l'ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, Billy Costacurta, Chicco Testa, Martina Mondadori, il fondatore di Technogym Nerio Alessandri, il numero due della chimica Guido Ghisolfi, l'economista Luigi Zingalese il padre dei Gormiti (!) Leandro Consumi.
Cè pure il torinese Alessandro Baricco che, fingendo di esser lì per caso e di non aver preparato un discorso, sproloquia sul gioco degli scacchi (QUI). A sentir lui, chi gioca col nero punta alla partita pari, è un conservatore e non ama rischiare. I deboli dovrebbero difendersi col dinamismo. Kasparov - Karpov (Siviglia, 1987): vinse Karpov, giocando con il nero, innovando.
"In una partita di torneo è meglio giocare non la mossa teoricamente più forte, bensì quella che maggiormente mette a disagio l'avversario". (Emanuel Lasker)
Traduzione di Marinella Correggia – per Georges Bourdoukan, ex-giornalista del "O Globo", San Paolo del Brasile
Dopo che Nelson Mandela fu liberato, andò subito in Libia per ringraziare, a nome del popolo sudafricano, per il sostegno di Gheddafi contro il regime dell’apartheid.
Sono stato in Libia nel settembre del 1979, in occasione del decimo anniversario della rivoluzione che aveva portato Gheddafi al potere. Mi accompagnarono in quell’occasione il cameraman Luis Manse e l'operatore Nagra Nelson Belo. Eravamo lì per la Rete Globo di cui ero al tempo il direttore di San Paolo.
Prima sorpresa. L’hotel, dove il governo ci aveva mandato, era interamente occupato da diplomatici. Chiesi all’ambasciatore del Brasile il motivo di questa concentrazione. La risposta mi sorprese ancora di più. “Nella Libia di Gheddafi gli affitti sono stati vietati.”
Ai libici che non avevano una propria casa era necessaria solo una richiesta e il governo provvedeva immediatamente alla sua costruzione. Il paese era un enorme cantiere.
E ancora: Una legge, LA LEGGE DEL MATERASSO, stabiliva che ogni cittadino libico che sapesse dell’esistenza di una casa in affitto, gettando un materasso nel cortile di quella casa, ne acquisiva l’utilizzo.
"Anche Silvio ha aperto il cuore e il portafogli per aiutare la ricostruzione della Liguria", scrivono oggi quelli di Libero. Un bonifico di 50mila euro, noti al Fisco, meno che per tanti amici pagati in nero.
Volevo approfondire la lettura ma, come si può vedere QUI, pagina 15 non contiene traccia di quanto promesso. M'è venuto pure qualche dubbio sul fatto che i 50mila euro potrebbero essere la cifra totale raccolta finora.
Cose che capitano, a Libero. Magari a fin di bene, chissà.
Aggiornamento Il giorno dopo non accennano alla cosa ma rilanciano con Lippi, un imprenditore veneto ed Obama. Nessuna cifra, stavolta.
Sui "bonus" per i donatori USA ho qualche perplessità.
La letterina che Berlusconi ha inviato all'UE non ha convinto nessuno. Lui continua a raccontare barzellette e guardare il culo alle donne, gli altri continuano a chiedere garanzie migliori. Ieri il Tesoro ha piazzato 2,9 miliardi di euro di titoli con scadenza 2022 al 6,06 per cento. Un anno fa sullo stesso tipo di titoli pagavamo il 4,7 per cento, ma anche a settembre, dopo un’estate drammatica dal lato degli spread, il Tesoro se la cavava con il 5,75 per cento. Secondo un calcolo del Fondo monetario di qualche mese fa, se il tasso arrivasse all’8 per cento il crac delle finanze pubbliche sarebbe inevitabile. Il rapporto dell’autorità bancaria sulle banche ha indicato quanti soldi servono alle grandi banche per affrontare il mancato rimborso di parte dei titoli greci: alla Grecia servono 30 miliardi, alla Spagna 26,2 e, sorpresa, all’Italia 14,8 contro gli 8,8 della Francia e i 5,2 della Germania.
Unicredit deve trovare 7,4 miliardi, MPS 3,1. Perché così tanto? O non ci raccontano tutto oppure quest'aumento di capitale è necessario per mettersi al riparo proprio dal debito italiano nel quale hanno investito.
Non vorrei sembrare ossessionato dai preti. Ma mi sembra che i preti stiano diventando ossessionanti. Il "Corriere Dello Sport" di ieri riporta in prima pagina la notizia che alcuni "preti viola" intendono "soccorrere" la Fiorentina Calcio, dispensando in pari misura conforto spirituale e indicazioni tecnico-tattiche. E' pur vero che tra tonaca e pallone esiste da tempi immemorabili un forte "feeling" oratoriale. Ma la serie A pareva al di fuori della portata agonistica di quei gagliardi parroci. La verità è che mentre Tangentopoli sta riarrotolando, metro dopo metro, il tappeto della seconda repubblica per riporlo nella soffitta della storia, restano scoperti, al freddo e al gelo, vastissimi territori. E la Chiesa li sta occupando tutti (la televisione pullula di preti sessuologhi, preti opinionisti, preti fredduristi, ogni tanto, addirittura, qualche prete che si occupa di religione). E pensare che da giovane ero convinto che l’Italia, un giorno o l'altro, si sarebbe svegliata senza la Dc e governata dalla sinistra. Mi avessero detto che ci saremmo svegliati senza Dc e governati dal papa, forse avrei deciso di tenermi Gava. Michele Serra, "Che Tempo Fa", 23 febbraio 1993
Beh, sembra che ci risiamo. L'altro giorno in appena mezz'ora ne ho contati tre, due sullo stesso canale televisivo, nella stessa trasmissione. Senza tener conto di Meluzzi e simili.
Mediaset (e Mondadori) si mangiano pure la pubblicità del governo di Carlo Tecce
Odore di santità. Non mentono, per carità, le narici di Bruno Vespa: il Cavaliere è uno e trino. Finalmente l'agiografia è completa. E per ragioni terrene, di soldi, di milioni, di euro. Un certo Silvio Berlusconi indirizza la pubblicità istituzionale (non abbandonate i cani, pagate le tasse...) verso una certa Publitalia, la concessionaria di una certa Mediaset: 4,659 milioni di euro su 21,466 milioni stanziati nel 2010 per radio, giornali e televisioni, cioè il 21,70 per cento del totale. Risposta automatica: chiaro, le solite televisioni che s'abbuffano sul mercato. Falso. Perché a Sky e La7 finiscono spiccioli: 191 mila euro per l'azienda di Murdoch (l'intera piattaforma satellitare!), 333 mila euro per Telecom Italia Media (il rampante terzo polo!). La tavolata di B. è lunga e larga come il portafoglio d'affari: c'è pur sempre Mondadori, 1,456 milioni di euro, quasi 8 volte l'elemosina per Sky. L'appello è finito. Però, manca un'emittente importante, storica, nazionale: già, la Rai.
Nei giorni scorsi avevo letto di un massacro di civili nascosto sotto i fumogeni della morte di Gheddafi, quanto mai opportuna per i massacratori. Oggi, tra le notizie in secondo piano dei grandi quotidiani, quella di un'esplosione di un serbatoio di carburante che avrebbe fatto un centinaio di morti ed una cinquantina di feriti. La causa, a sentir loro, un cortocircuito.
A Sirte dal 17 ottobre sono arrivate truppe di terra speciali della NATO che, dopo una prima sconfitta, il giorno seguente l'hanno invasa.
Hanno utilizzato pesanti esplosivi ed armi chimiche in abbondanza (fosforo bianco, bombe combustibili aeree tipo napalm, gas), che portano a 20 mila i morti solo in quella città.
Poi, pare che abbiano catturato Gheddafi ed il figlio interrogandoli senza esito per due giorni. Quindi, è arrivata la Clinton ad ordinare di ammazzarli con la speranza di aumentare la guerra tribale.
Oggi a Tripoli: 3000 Iracheni, 5000 Somali, 400 Sauditi, 700 Sudanesi e 6000 Algerini come forze speciali sono arrivati per combattere i “ribelli” e la NATO.
Non ho neppure voglia di approfondire. Che vergogna.
Aggiornamento La Resistenza ha fatto esplodere il serbatoio del carburante con un detonatore comandato a distanza tramite telefono cellulare: QUI
"Il marito di Carla Bruni" è davvero degno di un grande giornale. Questi signori scribacchini stanno scavando il fondo del barile, senza trovare una sola goccia di petrolio. Entro mercoledì Germania e Francia vogliono risposte concrete dall'Italia, non dall'omino ridicolo, inadatto ed incapace.
Merkel e Sarkozy passeranno ma i loro Paesi resteranno. Berlusconi passerà sul cadavere del proprio Paese?
C'aveva provato Saddam a vendere il petrolio in euro, poi c'ha provato Gheddaficon il dinaro d'oro. C'è ancora l'Iran, con i tentativi di utilizzare una Borsa petrolifera basata sulla valuta europea. E poi c'è la Cina, con tonnellate di carta moneta americana. O la Russia.
C'era anche Robert Kennedy che provò ad interrogarsi su un ritorno al "Gold Standard": fatti e valori reali, non i giochini della finanza creativa.
Tutti morti, o quasi.
Tranne i falsari e gli usurai, quelli che operano in grande stile ovviamente.
Sono morti da tempo anche i Borbone d'Italia, quelli che pagavano i propri fornitori con ducati d'oro sonante. Quelli che non avevano debiti, a differenza dei Savoia. Sono arrivati la Banca Mondiale ed il FMI, la FED e la BCE.
Molti forse non ricordano o non hanno sentito parlare della bomba nella discoteca La Belle di Berlino. Fu fatta esplodere il 5 aprile del 1986 e provocò tre vittime. Uno dei tanti "false flag" della storia recente, in particolare di quella a stelle e strisce. Dieci giorni dopo, infatti, quel grand'uomo di Reagan utilizzò quei morti come pretesto per bombardare il palazzo di Gheddafi, ammazzargli la figlia e qualche altra decina di persone, bambini inclusi.
Solo nel 1998, grazie ad un'inchiesta della Televisione Pubblica tedesca, si scoprì che quella bomba era da attribuire alla CIA ed al Mossad.
Il 21 dicembre del 1988 nei cieli di Lockerbie, in Scozia, esplose un Boeing 747-121 mentre era in volo verso New York. La storia è riassunta bene dalla versione inglese di Wikipedia (QUI). Prestate attenzione, in particolare, al "timer" utilizzato ed alla testimonianza di Tony Gauci, il commerciante maltese.
Nello stesso giorno in cui Muʿammar viene ammazzato in Libia (non era scappato) Giulia viene al mondo in Francia. La bambina farà in tempo a crescere, vergognandosi del padre e dell'ipocrisia occidentale. Il popolo libico potrà gustarsi le miserie che verranno.
E' ben strano, comunque, che tra tanta tecnologia messa in campo per bombardare non si sia trovato niente di meglio di un telefonino per riprendere le immagini di un uomo morto da diffondere in tutto il mondo.