lunedì 26 marzo 2012

"O cara moglie"



“O cara moglie stasera ti prego
di’ a mio figlio che vada a dormire
perché le cose che io ho da dire
non sono cose che deve sentir.
Proprio stamane là sul lavoro
con il sorriso del capo sezione
mi è arrivata la liquidazione,
mi han licenziato senza pietà.
E la ragione è perché ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro e della libertà.
Quando la lotta è di tutti e per tutti
il tuo padrone vedrai cederà,
se invece vince è perché i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.
Questo si è visto davanti ai cancelli,
noi si chiamava i compagni alla lotta
ecco il padrone fa un cenno una mossa
e un dopo l’altro cominciano a entrar.
O cara moglie dovevi vederli
venire avanti curvati e piegati
noi a gridare: Crumiri venduti!,
e loro dritti senza guardar.
Quei poveretti facevano pena
ma dietro a loro là sul portone
rideva allegro il porco padrone,
li ho maledetti senza pietà.
O cara moglie io prima ho sbagliato,
di’ a mio figlio che venga a sentire
che ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà,
Che ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà”.
Ivan Della MeaO cara moglie -
Singolo: “O cara moglie/Io ti chiedo di fare all’amore” (I dischi del sole, DS 205) (1966)

9 commenti:

  1. bella stron...ta. Mica per niente è datata 1966

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  2. eh eh ehe l'ho vissuto, e non mi è piaciuto. Anche qui sarebbe interessante parlarne un po' meglio, ma il tempo è poco

    La mia boutade che perdonerai,:-) è dovuta al fatto che queste le sento come litalie antistoriche ed intrise di ideologia . Meglio allora "Sciur padrun da le bele braghe bianche", almeno si parla dell'ottocento e la verità trionfa

    Il 68 in Italia ha messo le basi delle delle nostre difficoltà di oggi. Mica per niente la Classe dirigente odierna è composta da questi personaggi. E non parlo solo di politica , intendiamoci

    L'ideologia è l'osso che il ladro getta nel cortile affinche i cani si azzuffino mentre lui con calma e senza pericolo si introduce in casa

    Ogni volta che sento puzza di idologia reagisco .Abbi pazienza è un riflesso condizionato come quello di Roger Rabbit quando sentiva la filastrocca "Ammazza la vecchia ...col flit !"

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    1. Hai ragione sulla deriva che possono prendere le "ideologie". Le "idee" che le partoriscono, però, sono quelle che consentono al mondo dei balzi in avanti.

      Senza il '68 (che non ho vissuto) credo che molti non avrebbero avuto delle occasioni; niente "ascensori" sociali, ad esempio. Il guaio è che tali occasioni siano state prese anche da farabutti e disonesti.

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  3. Beh , farabutti e ladri sono sempre esistiti e sempre esisteranno.

    Il 68 non ne ha creati di più o di meno di quanti ne sarebbero comunque nati.

    Il danno vero è stato fatto creando il concetto dei "diritti" tralasciando il valore dei "doveri" e mettendo le basi del tutto è dovuto.

    Inoltre a mio avviso il 68 ha avuto la grande responsabilità storica di abbattere il concetto di famiglia ,che per me è la prima cellula della Società

    Proprio in quegli anni sono state messe le basi per cambiare la democrazia politica in "democrazia dei consumi", costituita da gente a cui fu fatto percepire di avere comuni interessi e comuni preoccupazioni che venivano dal consumare lo stesso genere di oggetti

    Una comunità di consumi ha l'indubbio vantaggio di essere "non ideologica".Parlando di quegli anni sembrerebbe paradossale

    Ma se gratti la vernice, ti accorgerai che per fare parte della comunità di consumi non è richiesta alcuna professione di fede, nessun credo od ortodossia... La comunità dei consumi è democratica per definizione, l'importante è avere i mezzi per pagarsene l'accesso.

    E' stata così inventata la lotta per avere il diritto di consumare.

    Il perverso è che gli si è buttato addosso un mantello rosso ideologico, che nascose sotto alla facciata esterna del cambiamento della cultura corrente in senso libertario trasgressivo, una nella realtà dei fatti che si rivelò essere un guinzaglio perfetto che condizionava in senso Pavloviano le masse.

    Il risultato è stato che quelle occasioni a cui tu fai riferimento , mentre prima erano meritocratiche , dopo quel periodo furono programmate e dovute ,a seconda del percorso scelto o dell'appartenenza a questa o a quella sfera.

    Per il discorso dell'ascensore sociale ti rimando qui sotto che secondo me è molto ben espresso.

    Uriel è a volte un po' palloso e molto spesso indisponete ed arrogante. A volte spara anche sonore cazzate, ma in questo caso l'ho condiviso.

    http://www.wolfstep.cc/2010/03/la-leggenda-dellascensore-sociale.html

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  4. In ogni cosa c'è il buono ed il cattivo.
    Il "diritto al consumismo" mi sembra che l'abbiamo importato dagli USA. Comunisti pure loro?

    Su Uriel Fanelli ho dei pregiudizi insanabili.
    Con "ascensore sociale" mi riferisco soprattutto alla possibilità di avere delle opportunità.

    E' chiaro che il mondo non può esser fatto solo da manager MA mi aspetto che a tale ruolo possano issarsi tutti, in modo da poter avere una selezione naturale basata sul merito.

    Ancora non ho capito cosa intendi per "prima" e "dopo".
    Il diritto alla studio "prima" non era garantito a tutti allo stesso modo.

    O sbaglio?

    Anche in tale campo, comunque, dovrebbero esistere delle statistiche.
    Maria, se ci legge, magari potrà aiutarci.

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  5. A proposito, segnalo l'inserto La Domenica di Repubblica di oggi. Scrivono degli USA.

    "Nella terra degli immigrati l’immigrazione si è dimezzata.
    Nel paese delle opportunità la mobilità sociale si è bloccata. È la fine del sogno?"

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  6. Il diritto alla studio "prima" non era garantito a tutti allo stesso modo.

    O sbaglio?


    no, non sbagli.

    Ma a volte mi viene un dubbio.

    Sarà poi così giusto ed efficiente che sia garantito a tutti?

    Semplificando molto...dà più garanzie che un figlio di un falegname faccia il medico rispetto al figlio di un medico?


    Quanti figli di falegnami arrancano per un pendio che non è chiaramente alla loro portata solo in nome di una deregulation?

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    1. In tutta sincerità,
      mi fido più di un medico che sia figlio di un falegname.

      Sarà perché mi fido più di Darwin che della Bibbia.

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