lunedì 2 aprile 2012

Posti di lavoro scoperti per mancanza di qualificazione

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Le ricerche senza candidati
I posti di lavoro (117.000 posizioni disponibili) che restano permanentemente scoperti per mancanza di manodopera qualificata
Fonte: Rapporto Excelsior Unioncamere 2011


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Gli investimenti esteri (in % sul PIL)
Afflusso annuo medio di capitali stranieri tra il 2004 ed il 2008
Fonte: Unctad


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I tempi del ricollocamento (in mesi)
Outplacement: 2.961 impiegati, 1.637 operai
Fonte: DBM - Intoo (Gi-Group)

Elaborazioni grafiche: Il Corriere Della Sera

[...] Gli studiosi di economia e di sociologia del lavoro avvertono, peraltro, che gli skill shortages effettivi sono molti di più: almeno mezzo milione. Così come per ogni disoccupato che cerca lavoro si stima che ci siano almeno tre «lavoratori scoraggiati», potenzialmente interessati a trovare un lavoro ma che non ci si provano neppure, allo stesso modo ci sono gli «imprenditori scoraggiati»: cioè quelli che avrebbero bisogno di personale qualificato, ma considerano talmente improbabile trovarlo che non fanno neppure l’inserzione sul giornale o la richiesta all’agenzia di collocamento. [...] Gli «addettiai lavori» tendono sempre a sottolineare che la nostra scarsa attrattività per gli investitori stranieri è dovuta ai difetti delle nostre amministrazioni pubbliche (soprattutto di quella della Giustizia) e delle nostre infrastrutture di trasporto e di comunicazione, al costo dell’energia e dei servizi alle imprese più alto da noi che oltr’Alpe. Ma nel documento che il Comitato Investitori Esteri presieduto da Giuseppe Recchi ha presentato al governo nel dicembre scorso viene indicato, tra i primi, un altro ostacolo: la nostra legislazione del lavoro ipertrofica, bizantina, non traducibile in inglese, e nettamente disallineata rispetto a quelle dei maggiori Paesi europei su di un punto di importanza cruciale: la prevedibilità del severance cost, cioè del costo del licenziamento per motivi economico-organizzativi, quando l’aggiustamento degli organici si rende necessario. Questo è il motivo, molto serio, per cui il governo punta a una riforma della materia che, come in tutti gli altri ordinamenti europei—Germania compresa —, consenta la predeterminazione del costo del licenziamento per motivi economici.
Tratto da un articolo del Sen. Pietro Ichino per Il Corriere Della Sera, 2 aprile 2012. 



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