domenica 29 gennaio 2012

Michel Martone, figo come pochi

(Foto Imago)
Il grand'uomo, vestito come suggerito dalle riviste di moda, pettinato strano e con voce ancora infantile, è stato quanto mai sincero nel dare degli "sfigati" a chi si laurea oltre i 28 anni. Farina, per una volta, tutta del suo sacco. Agli altri difficilmente capitano combinazioni astrali come quelle che son capitate a lui. Dopo esser stato seguito passo passo negli studi dal babbo magistrato e dal professore Mattia Persiani (grande amico del babbo), si laurea a 23 anni con la media di 29/30 e 110 e lode di voto finale, relatore Mattia Persiani. Intrepido come pochi, va a lavorare nello studio legale dell'avvocato Mattia Persiani. Ad appena 27 anni si presenta a Teramo per il concorso da professore associato. A capo della commissione (i giudici sono cinque) trova ancora Mattia Persiani. Sarà stato il caso. A 29 anni va a Siena per l'esame da professore ordinario. Sei degli otto candidati rinunciano e lui, nonostante i giudizi non proprio lusinghieri di tre dei cinque commissari, ottiene l’idoneità. A capo della giuria c’era, ovviamente, Mattia Persiani. Protetto dall’anonimato, uno dei giudicanti sentito dal “Secolo XIX” ammette: «Martone è un raccomandato di ferro iper-spinto da tutto il mondo». Spulciando nella commissione che nel 2000 gli aveva dato l’ennesima carica, quella da ricercatore a Teramo, si scopre anche che questa non era presieduta da Persiani ma dal professore Giampiero Proia. Proia però era tra i 5 docenti che hanno promosso Martone nel concorso da associato e con Persiani ha lavorato e scritto tre libri. Poi è arrivato Renato Brunetta, le ospitate in televisione, il Governo del Paese.

Fosse il solo, me ne farei anche una ragione.
Il guaio è che le quinte del palcoscenico politico italiano sono frequentate da tanti altri ragazzini cresciuti da padri - e padrini - amorevoli ed ambiziosi. Me ne viene in mente uno che, ancora minorenne, si spacciava in giro per internet come scienziato nucleare e giurista insigne, attingendo a carte del genitore ed amici di questi. Uno squilibrato fatto e finito, con tanti boccaloni che gli davan corda. Ora, richiamato a più miti consigli, segue un percorso più tradizionale, provando a cancellare quell'esperienza e proponendosi come "giovane".

2 commenti:

  1. Tutti quelli che hanno fatto carriera all'università ci sono riusciti perchè un professore ha deciso di appoggiarli: è così che funziona. Ma lo state scoprendo adesso. Martone è preparato e secondo me è questo quel che conta. Dei problemi del sistema universitario parliamone con l'opportuno ministro!

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    1. Ah, sì? Senza appoggi non si va da nessuna parte?
      Hai qualche pubblicazione ORIGINALE di Martone da indicarci per farci capire quanto sia preparato?

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