sabato 28 gennaio 2012

Battisti e la censura franchista




di Gian Antonio Orighi
Lucio Battisti era molto popolare anche in Spagna nei tristi anni della dittatura del Caudillo. I suoi dischi venivano trasmessi alla radio e in tv, sia in castigliano che in italiano. Ma nessuno sapeva finora che veniva censurato. Sia nelle copertine che nei testi. La rivelazione è contenuta nel libro Veleno in dosi camuffate: la censura nei dischi pop durante il franchismo in uscita a marzo per i tipi di Milenio e scritto da Xavier Valiño, che gentilmente anticipa la chicca, in esclusiva, a La Stampa. I cani da guardia musicali del regime, dipendenti dal ministero dell’Informazione e Turismo, operarono dal ‘66 al ‘77, quando la censura venne abolita con il ritorno alla democrazia. I temi tabú erano la sessualità, la Chiesa, la politica. Valiño, 46 anni, avvocato e noto critico musicale, ha impiegato 10 anni per far riaffiorare un passato mai esplorato. Un lavoro da Sherlock Holmes.


L’autore prima ha infatti localizzato dove erano conservati i documenti, l’Archivio generale della Amministrazione ad Alcalá de Henares, quindi è riuscito a far parlare l’unico dei 4 censori ancora vivi, che al mattino si occupava di mettere all’indice la letteratura. Non solo: oltre a mettere a confronto i testi della canzoni, è riuscito persino a scovare le copertine dei 45 e 33 giri originali, sia nella versione spagnola che internazionale. Unaprova grafica, a volte, esilarante.
I dischi censurati a Battisti sono 4. Nell’Lp Anima Latina è sparito Anonimo. Parlava di erotismo: «Nascosti giù al fosso / complice il sesso / a misurarsi/ a masturbarsi un po’.../ Sudore che diventa alloro. Amore mio.../Fermarsi poi ad un tratto/ lottar col reggiseno». Nell’album Amore e non amore la sentinella inveisce contro la copertina, in cui Battisti appare in primo piano con alle spalle il lato B della sua fidanzata.
Nel restyling della edizione spagnola appare solo il cantante. Ma c’è di più. Pure i titoli vengono purgati. Nello stesso 33 giri c’è una canzone che nella versione originale era Una poltrona, un bicchiere di cognac, un televisore. 35 morti ai confini tra Israele e Giordania. Il Moloch franchista la trasforma in Una poltrona. Viene proibita pure Supermarket. Stavolta la ragione è la frutta. «Supermarket giovedì tu lavori lì / direttore tu lo sai dimmi dove è lei / non c’è non c’è / ammalata forse è / comunque qui non c’è... Comprerò le banane, le banane comprerò... / Anche tu ami tanto le banane».
Stessa fine Il nostro caro angelo titolato cosí per festeggiare la nascita del primo ed unico figlio del cantautore, Luca. Nella copertina appare un bimbo nudo e due donne, una in bikini ed un’altra a seno nudo. Giammai! In Spagna il pargoletto viene cancellato, una donzella sparisce e compare l’altra vestita da capo a piedi con una tuta bianca. I cani da guardia del pop se la prendono anche con il brano Le allettanti promesse che viene cancellato. Motivi religiosi e morali, stavolta: «Perché tu non vieni insieme a noi... / La domenica la messa finalmente sentirai... / Sì ma non è vita questa qua /... e se parli a una ragazza che è già stata fidanzata / loro ti mettono due timbri: ruffiano e prostituta». Infine, il capolavoro del censore: nel 45 giri La Collina dei ciliegi e Il nostro Caro Angelo la copertina esce con due ciliegine e basta. (La Stampa 28 gennaio 2012)


Per approfondimenti in Lingua spagnola:

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