sabato 14 ottobre 2006

La rivoluzione di Yunus: credito ai poveri

Prestare soldi a chi non ha nulla conviene: nessuno ripaga i debiti più puntualmente dei poveri.

Quando nacque, nel 1976, era una novità assoluta; eppure la Grameen Bank, in bangladescio «banca rurale», oggi vincitrice del Premio Nobel per la Pace assieme al suo fondatore Mohammed Yunus, da allora è stata imitata in tutti i continenti. La tesi sembrava contraddire ogni principio bancario: prestare soldi, anche pochi soldi, a chi non ha nulla conviene: perché nessuno ripaga i debiti più puntualmente dei poveri.

Si chiama microcredito: bastano pochi dollari per cambiare una vita. Con questa intuizione e tanta voglia di innovare, Mohammed Yunus ha creato una struttura che ha consentito ai poverissimi di comprare le piccole cose della sussistenza, gli oggetti del lavoro quotidiano. E fra questi poverissimi, in prima linea ci sono le donne. Una banca etica dunque, la prima e più grande esistente al mondo. Oggi la Grameen Bank è il quarto istituto finanziario del Bangladesh con oltre diecimila dipendenti, più di cinque milioni di clienti in tutto il paese: oltre il 90% sono donne.

L'assunto della Grameen è che la povertà non è dovuta alla pigrizia ma alla mancanza di capitale e all'impossibilità di risparmiare una somma da investire. Il principio del «microcredito» alla Grameen è semplice: la banca offre sulla fiducia, senza contratto, andando di porta in porta nei villaggi sulla premessa che «la banca deve andare dal popolo» e non viceversa. Il piccolo imprenditore - e spesso la piccola imprenditrice - deve unirsi a un gruppo di clienti, che si controllano a vicenda per garantire meglio la restituzione. La responsabilità del gruppo è solidale, e questo ha finora garantito un tasso di mancate restituzioni inferiore all'1%, molto più basso di quello registrato dagli altri istituti di credito del Bangladesh. I prestiti sono restituiti a rate settimanali o bisettimanali, e ogni cliente può ottenere più di un prestito allo stesso tempo.

La flessibilità del sistema si adatta all'ambiente rurale e i pochi soldi necessari per comprare un aratro, scavare un pozzo, fare un piccolo investimento in bestiame o tessuti possono fare la differenza fra un villaggio vicino alla fame e un villaggio relativamente prospero. La banca punta molto sulle donne e sulle loro capacità imprenditoriali. Il cliente tipico in genere utilizza il prestito per acquistare un bene che possa rendere subito (cotone da filare, una macchina per tessere, animali da cortile, sementi, una mucca da mungere). Grazie ai crediti della Grameen Bank molte donne hanno costituito società collettive per acquistare mulini per la lavorazione del riso.

Muhammad Yunus è un economista, musulmano, di famiglia benestante, laureato negli Stati Uniti. Tornò in patria nel 1972 per assumere l'incarico di direttore del Dipartimento di Economia dell'Università di Chittagong. L'esperienza decisiva della sua vita, a quanto lui stesso racconta, fu la tremenda carestia del 1974. «Mentre la gente moriva di fame per strada, io insegnavo eleganti teorie economiche. Cominciai ad odiarmi per la mia arrogante pretesa di avere una risposta. Noi professori universitari eravamo tutti molto intelligenti ma non sapevamo assolutamente nulla della povertà che ci circondava. Decisi che proprio i poveri sarebbero stati i miei insegnanti. Cominciai a studiarli e a domandargli delle loro vite».

La Grameen Bank, ha scritto Yunus, crede che la povertà «non sia creata dalla mancanza di capacità, ma dalle istituzioni. La carità non è la risposta». Per questo la banca etica «ha portato il credito ai poveri, alle donne, agli illetterati, a quelli che affermavano di non sapere come investire il denato e guadagnarsi un reddito. La Grameen ha creato un metodo e una istituzione attorno alle esigenze finanziarie dei poveri, e ha creato l'accesso al credito in termini ragionevoli». Il Bangladesh, indipendente dal 1971, è classificato tra i paesi del Quarto mondo. Ha 120 milioni di abitanti su una superficie che è la metà di quella italiana. Quasi il 60% della popolazione è analfabeta (il 70% delle donne) e circa il 40% vive in condizioni di estrema povertà.
(La Stampa) (La Repubblica)

2 commenti:

  1. Il concetto di carità è legato a quello di superiorità.
    Se ad un povero gli regali un pesce hai stabilito un rapporto di sudditanza e di dipendenza tra te e lui.
    Se gli insegni a pescare l'hai liberato dalla tua carità.
    Ma poi, ti conviene?

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  2. La prima parte del commento mi ricorda Madre Teresa: farò un post sulla "posizione della missionaria".

    Per la seconda parte, no che non conviene sempre.
    Può accaderti questo, ad esempio.

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